I Cinque Stelle accelerano sul salario minimo. Ma Italia Viva si mette di traverso anche sulla riforma per garantire paghe dignitose a chi è sfruttato

Stop allo sfruttamento. Basta con l’esercito di lavoratori, giovani soprattutto, sottopagati. L’Italia è indietro rispetto al resto d’Europa su tale fronte e il Governo vuole recuperare il tempo perduto. Ieri è stato così riaperto il cantiere per arrivare quanto prima all’approvazione di una legge sul salario minimo, un’altra bandiera dei pentastellati. Il tema è stato al centro del tavolo di maggioranza su salario minimo e sicurezza sul lavoro. E la ministra del lavoro Nunzia Catalfo ha subito precisato che si tratta di una priorità per l’esecutivo. Sono stati così fatti degli approfondimenti ed è già stato fissato un altro confronto per lunedì. “Sicuramente di rilievo c’è il rafforzamento della contrattazione collettiva nazionale – ha sottolineato sempre la Catalfo – e vedremo la base dalla quale partire”.

Sul Salario minimo ha precisato inoltre che non è il caso di togliere una soglia e che più semplicemente ne va stabilita una oppure va fissato un parametro da cui partire. “L’incontro è andato bene – ha assicurato anche la sottosegretaria al lavoro dem Francesca Puglisi – c’è un buon clima di collaborazione tra tutte le forze politiche di maggioranza per arrivare a definire una proposta sia sul salario minimo che sul tema davvero urgente della sicurezza sul lavoro. Le parti sociali sono pienamente coinvolte, così come lo saranno sul tema del salario minimo”. “Abbiamo rivisto completamente le cose – ha sottolineato la sottosegretaria – e stiamo arrivando al traguardo. Abbiamo tolto tutte le bandierine dal tavolo e abbiamo discusso di principi cardine come sul fatto che deve essere riconosciuto nei contratti maggiormente rappresentativi. I tempi sono molto veloci perché il programma di marcia impresso dal presidente Conte alla maggioranza di governo è davvero molto incalzante e staremo a quanto richiesto”.

FRENO ALLE MORTI BIANCHE. Per quanto riguarda proprio la sicurezza sul lavoro, la ministra l’ha definita “un punto strategico dell’azione di governo”. “Abbiamo messo a punto la direzione da intraprendere – ha affermato la Catalfo – a partire da maggiori investimenti sulle risorse umane, coordinamento tra chi si occupa di prevenzione e di vigilanza, per arrivare ad incidere in modo importante sul fenomeno degli infortuni”. Tutti temi su cui si registra piena intesa tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle. E a confermarlo c’è anche la posizione di Marco Miccoli, della segreteria nazionale del Pd.

“Oggi al tavolo sull’agenda 2023 del Governo, convocato al Ministero del lavoro dalla ministra Catalfo alla presenza di tutte le forze di maggioranza – ha dichiarato Miccoli – abbiamo riscontrato positivi passi avanti su due dei temi che si era deciso di affrontare: salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e salario minimo. è del tutto evidente che se si discute nel merito dei problemi che più interessano le persone, l’azione di governo può trarne beneficio”. “Bene il confronto sulla sicurezza dei lavoratori che è il vero tema urgente del nostro Paese. Sul Salario minimo occorrono approfondimenti: è un tema negoziale, anche perché i lavori sono diversi tra di loro”, ha sostenuto invece la senatrice di Italia Viva, Annamaria Parente, mostrando come anche sul salario minimo i renziani non siano in linea con gli alleati.