I magistrati non votano per Forza Italia. A 25 anni dalle bombe mafiose di Firenze e Roma, Berlusconi è di nuovo indagato

I magistrati non votano per Forza Italia. A 25 anni dalle bombe mafiose di Firenze e Roma, Berlusconi è di nuovo indagato

I processi a Berlusconi non finiscono mai. A venticinque anni dalle bombe mafiose a Firenze, Roma e Milano una nuova Procura, stavolta quella fiorentina, apre una nuova inchiesta e indaga il leader di Forza Italia e Marcello Dell’Utri. Una identica inchiesta era stata già archiviata nel 2011, ma adesso per i magistrati c’è l’elemento nuovo delle frasi intercettate al boss in carcere Giuseppe Graviano. Frasi nelle quali il mafioso, che doveva immaginare di essere registrato, chiamerebbe in causa direttamente Berlusconi, ma che sono viziate da un probabile intento dello stesso capomafia di inquinare le acque. Ad ascoltare c’erano sempre gli stessi magistrati del cosiddetto processo Stato-Mafia, un altro capitolo infinito, anche questo senza riscontri nonostante abbia coinvolto fino all’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Così, mentre a Palermo non si fanno passi avanti, parte la nuova inchiesta a Firenze e un binario parallelo potrebbe aprirsi pure a Caltanissetta, che sta valutando le carte inviate dai pubblici ministeri Di Matteo, Del Bene, Tartaglia e Teresi. Nonostante sembri esserci un filo comune, le due Procure infatti si muovono autonomamente, indagando Firenze sulle bombe del 1993 e Caltanissetta su quelle del 1992.

La frase più inquietante pronunciata da Graviano nel carcere di Ascoli Piceno, dove si trovava in regime di 41 bis (massima sicurezza), parlando con il camorrista Umberto Adinolfi è che “Berlusconi mi ha chiesto questa cortesia, per questo c’è stata l’urgenza”, interpretando i giudici che si tratti dell’urgenza di mettere le bombe. “Lui mi ha detto ci vorrebbe una bella cosa “, continua Graviano, lamentandosi di essere stato tradito. Parole che il legale di Berlusconi, l’avvocato Nicolò Ghedini, ha definito “illazioni e notizie infamanti prima del voto, non avendo mai avuto alcun contatto il presidente Berlusconi né diretto né indiretto con il signor Graviano”.