Il Papa con il fronte del male. L’ultima eresia di Erdogan. Non si placa lo scontro tra Turchia e Santa Sede

Non giriamoci intorno. Il Papa ha solo espresso un concetto storico. È sotto gli occhi di tutti che un milione e mezzo di armeni furono massacrati negli ultimi giorni dell’impero ottomano. Un ovvietà che, evidentemente, Erdogan non vuole ammettere. È come se il presidente turco, in qualche modo, aspettasse il casus belli, l’occasione di regolare chissà quali conti con il Papa. Insomma, un incidente diplomatico che non spiega. Ma che, tuttavia, non si ferma. Anzi, si infiamma di nuovo.

NUOVO SCONTRO
Ad alzare di nuovo i toni dello scontro ci ha pensato il primo ministro turco, Ahment Davutoglu, che ha accusato il Pontefice: “si è unito al fronte del male nel complotto contro il partito Giustizia e Sviluppo (Akp), la formazione islamo-conservatrice al governo. Dovutoglu, inoltre, ha aggiunto che la Turchia è disposta a affrontare la propria storia ma che “non permetteremo che la nostra nazione sia insultata attraverso il passato, non permetteremo alla Turchia di essere ricattata attraverso controversie storiche”. Descrivendo questo “fronte del male”, Davutoglu ha anche puntato il dito contro la principale formazione d’opposizione, il partito democratico del popolo, accusandolo di essere parte di “progetti” stranieri per minare l’Akp prima delle elezioni.

LA MINACCIA
Anche il presidente turco Recep Tayyp Erdogan non ci ha pensato due volte ad alimentare un clima già carico di tensione. Il premier, infatti, ha minacciato di cacciare dal Paese tutti gli armeni. “Gli oltre 100mila armeni che lavorano in Turchia non sono cittadini turchi – ha tuonato – li potremmo espellere anche se ancora non lo abbiamo fatto”. Le posizioni della comunità internazionale nei confronti della Turchia, sul tema del genocidio degli armeni, “non sono accettabili per un Paese che ha offerto tutti questi servizi”, ha poi aggiunto Erdogan, il quale aveva minacciato di espellere gli armeni già nel 2010.

LA SPIEGAZIONE
Intanto, il Vaticano prende atto delle critiche della Turchia al Papa dopo le parole pronunciate da Francesco sul “genocidio”. E non intende fare polemiche. Il portavoce della Santa Sede, Padre Federico Lombardi, ha infatti spiegato che le parole di Papa Francesco si inseriscono in “una linea precisa e coerente, nel solco del dialogo”. “Quello che ha detto il Papa mi sembra chiaro come il sole – ha spiegato – lo ha detto, lo ha articolato, ha fatto riferimento alla citazione della Dichiarazione comune di Giovanni Paolo II e di Karekin. Ha usato, quindi, il termine “genocidio” nell’ambito della citazione di questo, mettendosi in continuità con un uso già compiuto di quella definizione, di quella parola, che dice anche ‘generalmente ritenuto il primo del secolo’”. “Questo – ha detto ancora Lombardi – non doveva essere ulteriormente spiegato o difeso da parte mia o di altri”.