Il Pd s’inventa l’Aventino virtuale. In Campidoglio la tregua è già finita. La maggioranza boccia nove mozioni di disturbo. Ma i dem fanno le vittime e si disconnettono dalla rete

La democrazia è bella solo quando asseconda le proprie scelte. Si può riassumere così quanto accaduto giovedì nell’aula Giulio Cesare di Roma dove, durante una serratissima riunione dell’Assemblea Capitolina, si è consumato uno strappo inaudito tra il Pd e il M5s. Che la giornata sarebbe stata tesa non c’erano dubbi, del resto la pax politica sancita dai due partiti per fronteggiare il coronavirus è un lontano ricordo, ma la protesta dei dem, con il gruppo di consiglieri del partito di Nicola Zingaretti che ha abbandonato di colpo i lavori, non se l’aspettava nessuno. Eppure è andata proprio così quando, dopo la bocciatura da parte della maggioranza di nove mozioni del Pd durante la riunione del Consiglio tenuta in videoconferenza, i dem hanno alzato i tacchi staccando il loro collegamento internet e realizzando una sorta di Aventino virtuale.

TUTTI OFFLINE. Ad anticipare questa mossa con cui sostanzialmente si rigetta un meccanismo base della democrazia, ossia quello del confronto tra forze politiche e in cui vengono proposte mozioni che successivamente vengono votate dall’Aula, è stato il consigliere Pd, Giovanni Zannola, che, prima di dare il via a questa disconnessione di massa, ha dichiarato: “Avete chiesto condivisione, poi questo è il risultato: così ottenete solo rabbia. Mi sento come Pasquale Amitrano”. Un personaggio, questo, protagonista del celebre monologo finale del film Bianco, Rosso e Verdone. Parole a cui hanno fatto seguito quelle del capogruppo dem, Giulio Pelonzi, che ha spiegato: “Ritiriamo tutte le mozioni successive del Pd, perché riteniamo che il Consiglio portato avanti in questo modo sia inutile” e che anticipa l’intenzione di “chiedere un incontro alla sindaca Virginia Raggi per un chiarimento politico, vogliamo capire se è il caso di proseguire il tavolo in cui abbiamo concordato collaborazione visto che i risultati sono questi”.

LO SGOMENTO. Insomma una protesta, secondo molti una forzatura istituzionale che in tempi di emergenza sanitaria poteva essere risparmiata, su cui sono piovute le rimostranze di M5s. In prima fila il portavoce e consigliere grillino, Francesco Ardu, che su Facebook ha scritto: “Ieri (giovedì, ndr) il Pd capitolino ha annunciato un Aventino virtuale, ritirando i propri atti rimanenti iscritti all’ordine dei lavori, dopo che la nostra maggioranza aveva bocciato le loro mozioni”. “Ebbene, in un momento in cui le esigenze sono tantissime e le risorse purtroppo limitate, queste risorse vanno utilizzate nel modo più oculato possibile”, “non limitandosi alla mozioncina di disturbo che impegna in qualcosa fattualmente irrealizzabile” precisa Ardu che poi conclude: “Il paradosso è che dopo aver bocciato le mozioni, è partita la narrativa della mancata collaborazione, dell’immaturità istituzionale” ma “a ben vedere la mancata collaborazione politica e l’immaturità istituzionale è stata dimostrata dal PD Capitolino, non degnandosi di votare i debiti fuori bilancio fatti dalle precedenti amministrazioni, anche dalle loro”.

Dello stesso avviso il consigliere 5S, Giulio Pacetti: “Cosa dovrebbe fare il gruppo M5s ogni qual volta le opposizioni non votano a favore di un nostro atto? Cosa dovrebbe fare M5s ogni volta che per porre fine ai miliardi di debiti del passato portiamo in Aula un debito fuori bilancio senza ricevere il parere favorevole delle opposizioni – che questi debiti li hanno contratti ma non sono disposti a sanarli? Nulla perché siamo stati responsabili fin dall’inizio del nostro mandato” e “lavoriamo nell’interesse dei cittadini”.