Il rilancio passa dalle riforme. Conte apre oggi a Roma gli Stati generali dell’Economia. Un masterplan in dieci punti per far ripartire l’Italia

Si aprono oggi in una Villa Pamphilj blindata – circa 700 gli agenti delle forze dell’ordine in campo – gli Stati generali dell’Economia. Ovvero la grande scommessa del premier che tanto li ha voluti anche a scapito, all’inizio, di provocare l’irritazione di qualche partito di maggioranza che lo ha accusato di eccessivo protagonismo. In dieci giorni circa al cospetto di interlocutori europei e internazionali, delle parti sociali, dei rappresentanti delle principali realtà industriali e finanziarie del Paese e di menti brillanti nel campo della cultura, dell’economia e dell’ambiente, Giuseppe Conte presenterà un piano per il rilancio del Paese. Una sorta di manifesto programmatico.

Prima, però, c’è da convincere l’Europa per accedere alle risorse del Recovery fund. E la giornata inaugurale vedrà sfilare proprio i protagonisti del proscenio europeo: David Sassoli (Parlamento Ue), Ursula von der Leyen e Paolo Gentiloni (Commissione Ue) Charles Michel (Consiglio Ue) e, confermata, anche Christine Lagarde (Bce). E poi Angel Gurria (Ocse), Kristalina Georgieva (Fmi), Ignazio Visco (Bankitalia). Nel pomeriggio si confronteranno economisti e studiosi del Mit e di Harvard. Lunedì ad aprire i lavori dovrebbe essere Vittorio Colao con una relazione sul rapporto elaborato dal suo team. Subito dopo partirà il confronto con le parti sociali. Il masterplan per gli Stati generali si incrocia con il Pnr, il piano nazionale delle riforme, che dovrà essere approvato entro fine mese e con il decreto sulle semplificazioni e i cantieri che già in estate dovrebbe introdurre “norme che portino alle autorizzazioni in settimane anziché anni”.

Per le infrastrutture ci sono in ballo 120 miliardi. Il premier ha fornito alcune anticipazioni del masterplan. Una rete nazionale unica in fibra ottica, la promozione dei pagamenti digitali e il varo di un piano cashless, il piano Impresa 4.0 plus con ulteriori incentivi per la digitalizzazione delle imprese, un decreto di semplificazione per gli appalti, la realizzazione della tratta ferroviaria Roma-Pescara e della Roma-Ancona, il completamento dell’Alta Velocità e la sua estensione verso il Sud oltre che il potenziamento della rete interna locale. Il documento è diviso in 10 macroaree. Oltre ai capitoli citati spazio a scuola e università, all’ambiente (previsto un milione di alberi), riforma del fisco per arrivare a tagliare le tasse, giustizia più veloce. “Temi sui quali ci confronteremo in questi giorni a Villa Pamphilj, con il contributo di tutti coloro che sono pronti a rimboccarsi le maniche per far ripartire subito l’Italia. È il momento delle azioni concrete e degli interventi urgenti”, dichiara il premier sui social.

Le opposizioni rimangono ferme sulla decisione di disertare, rigettando la sede del confronto e paventando il rischio che si riduca a una passerella. I partiti di maggioranza, che hanno dato il via libera all’iniziativa, chiedono concretezza (Pd e Iv), decisioni rapide (Leu) e visione strategica per il futuro da qui ai prossimi dieci anni (M5S). I 5Stelle, peraltro, annunciano l’arrivo, a giorni, della loro proposta per il rilancio del Paese. Protestano i politici locali – dal sindaco Giuseppe Sala al governatore Giovanni Toti – per buona parte della giornata di ieri per non essere stati invitati. Ma in serata Palazzo Chigi fa sapere che un invito a prendere parte agli Stati generali è stato rivolto ad Anci, Conferenza delle Regioni e Upi. “Saranno tra i protagonisti”, assicura il ministro Francesco Boccia. Ad aprire i lavori e a chiuderli (con una conferenza stampa per fare un bilancio dell’evento) sarà il premier. Causa covid e per evitare effetti show niente pranzi o cene di gala. Solo da bere e qualche stuzzichino. Prevista per oggi anche una manifestazione di protesta all’esterno della villa indetta da Usb, Cobas, Unicobas, Potere al Popolo, Rifondazione comunista e movimenti.