Intreccio di ruoli e poltrone. E i Beni culturali vanno in conflitto

di Stefano Sansonetti

Un groviglio di ruoli e incarichi che mette il ministero dei beni culturali in una situazione come minimo imbarazzante. Al centro della scena, sembra proprio il caso di dire, c’è il teatro Petruzzelli di Bari. Al vertice del quale, il 23 giugno scorso, il ministro Massimo Bray ha confermato in qualità di commissario straordinario Carlo Fuortes. Quest’ultimo, manager di lungo corso nel settore della cultura, era stato nominato la prima volta dall’ex ministro dei beni culturali, Lorenzo Ornaghi, nel marzo 2012. E adesso è stato prorogato da Bray fino al 15 ottobre del 2013. Fuortes ha un curriculum ricco di esperienze e di poltrone. Tra queste, tanto per fare un esempio, c’è quella di amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma, che nella capitale gestisce l’auditorium progettato da Renzo Piano.

Interessi privati
Oltre agli incarichi pubblici, però, Fuortes vanta la presidenza di una società privata di studi di mercato che si chiama Izi, di cui risulta anche detenere il 34,6% del capitale. Ebbene, si dà il caso che Izi, come emerge dal sito internet, abbia tra i suoi clienti proprio quel ministero dei beni culturali che prima con Ornaghi, e ora con Bray, ha nominato e prorogato Fuortes nel ruolo di commissario straordinario della fondazione lirica che gestisce il teatro Petruzzelli. Di più, perché tra i clienti della Izi c’è anche la regione Puglia, che è uno dei soci fondatori del medesimo teatro barese. Ricapitolando, il ministero dei beni culturali ha scelto come commissario del Petruzzelli un manager che guida una società privata che a sua volta ha tra i clienti il ministero stesso. Siamo sicuri che l’indipendenza e terzietà del commissario sia salvaguardata? Nessuno vuole mettere in dubbio il curriculum professionale e le vaste esperienze di Fuortes. Il quale, peraltro, nel 2012 ha riportato in attivo il Petruzzelli, seppure di soli 64 mila euro. Per evitare ombre, anche soltanto dal punto di vita dell’opportunità, non sarebbe stato meglio nominare un altro dirigente (pubblico o privato) che non avesse tra i clienti della sua attività privata il ministero che lo nomina? La Notizia ha posto ieri queste domande al ministero dei beni culturali, senza ricevere una risposta ufficiale.

I lavori di Izi
Sta di fatto che la società di Fuortes, Izi spa, nel corso del 2012 è stata pagata dai beni culturali per almeno due lavori. Nel primo caso si tratta di un’attività di monitoraggio sullo stato di avanzamento di alcuni progetti del ministero finanziati anche con soldi europei. Nel secondo della realizzazione di un volume dal titolo “I luoghi del contemporaneo”. Che poi i maliziosi, a Bari, nei mesi scorsi hanno un po’ “speculato” sulla conoscenza esistente tra Fuortes e Massimo D’Alema, l’ex presidente del consiglio che è il principale sponsor di Bray (il quale è stato animatore della dalemiana fondazione Italianieuropei ed eletto in parlamento nella circoscrizione Puglia).
Poco prima delle elezioni di febbraio, il Pdl locale aveva chiesto di usare il Petruzzelli per un comizio di Silvio Berlusconi. Fuortes si è opposto dicendo che il teatro poteva essere utilizzato solo a fini culturali. Il Pdl, a quel punto, gli ha rinfacciato il fatto di aver aperto il 6 febbraio le porte del Petruzzelli proprio a D’Alema per la presentazione del suo libro “Controcorrente – Intervista sulla sinistra al tempo dell’antipolitica”. Proprio quel D’Alema che ha proiettato al governo guidato da Enrico Letta il leccese Bray, che tra i primi atti ha prorogato Fuortes.

Twitter: @SSansonetti