Ius soli: il Pd si sveglia fuori tempo massimo. Ora i dem chiedono a Mattarella altre due settimane per approvare la legge

Ius soli, Manconi accusa: "Se la legge non è passata, è colpa del Pd". E adesso, dopo aver dormito finora, c'è chi chiede di allungare la legislatura

L’attacco è di quelli che avranno ripercussioni, specie visto il tema – Ius soli – e la vicinissima scadenza della legislatura. A parlare è stato il senatore Pd e presidente della Commissione per i diritti umani, Luigi Manconi, che è intervenuto questa mattina a Radio anch’io, accusando il suo partito per la mancata approvazione dello Ius Soli. “Attribuisco la colpa per un verso alla destra – ha premesso Manconi -, che ha mobilitato la paura manipolandola e presentando questo provvedimento sacrosanto e saggio come una misura che puntasse ad attribuire la cittadinanza italiana a coloro che sbarcano quotidianamente sulle nostre coste, il che rappresenta un falso clamoroso. E per un altro verso – ha quindi affondato il senatore dem – al Pd perché quei 29 senatori assenti (alla seduta del 23 dicembre in cui il Senato aveva iniziato a discutere le pregiudiziali al ddl, quando era mancato il numero legale) dicono che il Pd non ci credeva abbastanza”.

“Il dato politico – ha aggiunto Manconi – è inequivocabile. Lo dico con tranquillità e con dolore, visto che il Pd è il mio partito. La cittadinanza di cui parliamo riguarda i bambini che nascono in Italia da genitori stranieri residenti regolarmente. Il compito della politica deve essere quello di spiegare, motivare. Ben 6 Ministri dell’interno hanno sottoscritto un documento in cui si dice che la riforma della cittadinanza è un contributo prezioso alla sicurezza collettiva. L’epilogo di questa vicenda oscilla tra il grottesco e l’indegno”.

C’è, però, chi ancora crede ci siano i tempi per approvare la legge. Una forte esortazione è arrivata, ad esempio, dal senatore Roberto Cociancich, responsabile nazionale del dipartimento Cooperazione Internazionale del Pd, che con un intervento su Huffington Post scrive: “Dovremmo tutti unire la nostra voce per chiedere al presidente della Repubblica di posticipare di qualche giorno lo scioglimento delle Camere e di consentire al Senato di discutere lo Ius Soli”.

Stessa richiesta da Gianni Cuperlo, perché “non può e non deve finire così. Con una conclusione che mortifica le ragioni del diritto e della democrazia. Quegli scranni vuoti al Senato nell’ultimo giorno utile, la fuga dei senatori 5 Stelle, quel brindisi leghista, il dispiacere profondo per quelle assenze di parlamentari del Pd, sono una immagine da cancellare”. E ancora Barbara Pollastrini, vice presidente del Pd, rivolgendosi a Matteo Renzi, Matteo Orfini e Paolo Gentiloni: “Usate la vostra autorevolezza per una buona causa. La richiesta del partito più grande al Capo dello Stato può riaprire uno spiraglio”.

Ma c’è, ovviamente, chi critica da destra. Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, ad esempio, pretende anche le scuse dell’Unicef. “Sei contro lo ius soli? Allora secondo Unicef Italia (non una Ong qualunque ma la sezione italiana di un organo sussidiario dell’ONU) sei ‘un idiota’ e ‘un fascista’ – scrive Meloni su Facebook -. Mi auguro che i vertici dell’organizzazione chiedano subito scusa per queste parole a dir poco inopportune”.

Gianmarco Centinaio, presidente dei senatori della Lega Nord, a Radio anch’io: “Ci riteniamo vincitori morali di questo percorso e di questo stop a questa legge assurda e inutile che è stata voluta da chi poi, l’ha pure affossata”.