La difesa di Siri davanti ai pm: “Mai ricevuto denaro da Arata. Gli emendamenti erano coerenti con il contratto di governo”

Il senatore della Lega Armando Siri è stato sentito oggi in procura

“Il Senatore Armando Siri, nella prospettiva del massimo rispetto e tutela del ruolo istituzionale ricoperto, dopo averne fatto egli stesso richiesta, si è presentato stamani all’Autorità Giudiziaria; ad essa ha reso, anche attraverso la consegna volontaria di una molteplicità di documenti e il deposito di una memoria sottoscritta personalmente, tutti i chiarimenti necessari a dimostrare l’assoluta correttezza del proprio operato”. E’ quanto riferisce in una nota il difensore del sottosegretario della Lega indagato per corruzione, Fabio Pinelli.

“In particolare – prosegue il legale -, Armando Siri ha ribadito con fermezza di non aver mai ricevuto, né da Paolo Franco Arata, né da chiunque altro, promesse di pagamento o dazioni di denari – che avrebbe rifiutato con sdegno -, facenti riferimento al merito della sua attività di Senatore della Repubblica e/o di Sottosegretario di Stato; ha messo spontaneamente a disposizione dei Pubblici Ministeri, a tal fine, la documentazione contabile nella sua disponibilità, avente ad oggetto il complesso dei propri movimenti bancari e finanziari; ha spiegato e documentato, in dettaglio, tutti i rapporti istituzionali incorsi con Arata, che, già noto quale tecnico esperto di rango in materia ambientale ed energetica, si era presentato a lui quale portavoce e rappresentante sostanziale del C.P.E.M., il Consorzio dei Produttori di Energia da Minieolico. Tale Consorzio è un Ente rappresentativo d’interessi collettivi, “accreditato” per tale al Registro Trasparenza dei portatori d’interesse, istituito presso il Ministero dell’Industria e dello Sviluppo Economico, il cui vertice apicale è l’Onorevole Luigi Di Maio”.

Siri, inoltre, ha spiega ancora il suo legale, “ha prodotto, in proposito, all’attenzione dei Magistrati, superando di propria iniziativa le garanzie sulla riservatezza della corrispondenza e delle comunicazioni dei parlamentari (quelle previste dall’art. 68 della Costituzione), tutti gli scambi di messaggi, telefonici e di posta elettronica, intercorsi con Arata; ha ribadito, con il conforto della corrispondenza consegnata, di aver solo interloquito con il suddetto C.P.E.M. e di aver veicolato, in sede politica, le istanze emendative di categoria che gli erano state rappresentate; e ciò semplicemente trasferendole all’attenzione degli Uffici ministeriali competenti, oltreché di altri componenti del Parlamento, per le loro libere valutazioni e determinazioni; ha evidenziato che questa modalità di azione politica non è in alcun modo suscettibile di essere piegata al soddisfacimento di interessi particolari di chicchessia; ha inteso rivendicare che una condotta di questo tipo debba essere considerata non solo lecita, ma finanche politicamente doverosa”.

L’esponente della Lega, conclude la nota dell’avvocato Pinelli, “ha precisato, in ogni caso, che quelle proposte emendative, poi non approvate in sede legislativa, le riteneva e le ritiene assolutamente condivisibili; anche perché del tutto coerenti, politicamente, con il cd. contratto di Governo e le indicazioni di programma della Lega e del Movimento 5 Stelle: tutte orientate, in materia di sostegno del fabbisogno energetico e tutela ambientale, a imprimere una fortissima accelerazione al mercato delle piccole installazioni che producono energia da fonte eolica. Infine, fiducioso nell’esito positivo della vicenda che lo vede suo malgrado coinvolto, ha manifestato ai Magistrati la più completa disponibilità ad offrire qualsiasi ulteriore contributo conoscitivo gli venisse ancora richiesto”.