La grana Tav nelle mani di Conte. Ma il Governo non è a rischio. Lunedì ultima chiamata per i 300 milioni dei bandi Ue. Vertice ad oltranza a Palazzo Chigi

Sul Tav le distanze tra M5S e Lega restano abissali

La pressione sul dossier Tav ha raggiunto il livello di guardia, così i due vice premier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, hanno scelto di fare un passo indietro ed affidare direttamente al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, la gestione dell’infuocato dossier. La decisione è stata presa ieri nel corso di un vertice a Palazzo Chigi a cui hanno partecipato, oltre al capo del Governo, anche i ministri dell’Interno, dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture.

“La prima riunione politica” sull’Alta velocità, così ha definito l’incontro, durato poco meno di un’ora, il premier che ha incontrato i giornalisti al termine della riunione per spiegare che “abbiamo iniziato l’analisi costi benefici. Domani sera (questa sera per chi legge ndr) alle 8,30, riunione con i tecnici a oltranza. Credo ci sarà una scelta entro venerdì”. Alla riunione parteciperanno anche i “tecnici affinché ci aiutino a sviscerare tutti gli aspetti dell’analisi costi-benefici, – ha proseguito il premier – Partiremo dall’analisi costi-benefici, da un percorso di razionalità tecnica a cui si aggiungerà un percorso di razionalità politica”.

A chi gli chiedeva se sarà invitato a Palazzo Chigi anche il professor Marco Ponti (presidente della commissione che ha redatto lo studio sui costi del Tav), Conte ha risposto: “saranno chiamati a esporre l’elaborato consegnato, c’e’ anche un supplemento di elaborato non chiesto da me ma da Toninelli, vogliamo tutto sul tavolo per una decisione pienamente informata e consapevole”.

Nonostante le voci di una tensione alle stelle tra i soci di maggioranza del suo Governo, Conte ha sottolineato come: “Siccome prenderemo la scelta migliore per i cittadini, ovviamente il governo non rischia. Mi batterò perché non sia trascurato alcun aspetto per una decisione corretta”. Secondo il presidente del Consiglio, nonostante le idee del partito di Salvini e quello di Di Maio sul Tav siano diametralmente opposte, con il primo che lo vuole completare a tutti i e costi, e il secondo che ha fatto dello stop all’Alta Velocità uno dei suoi cavalli di battaglia, tali posizioni non influiranno sulla scelta finale.

Infatti Conte ha spiegato come: “Rispetto le posizioni della Lega e del M5s, ma sarò garante che queste posizioni pregiudiziali non pesino sul tavolo. Partiremo dall’analisi costi-benefici”. Poi sarà la volta della decisione sulla pubblicazione dei bandi di gara Telt (la società italo francese incaricata della realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione) che dovrà essere presa entro lunedì, ha assicurato il premier.

In vista di questa riunione che si preannuncia infuocata, sia la Lega che il Movimento 5 Stelle hanno deciso di lasciare al presidente del Consiglio il compito di sbrogliare la complicata matassa. Così il capogruppo del carroccio alla Camera, Riccardo Molinari, ha spiegato: “Stiamo lavorando per la soluzione migliore partendo da dati oggettivi. La soluzione è nelle mani del presidente Conte, le posizioni di partenza sono note. Siamo fiduciosi che si risolverà tutto per il meglio”. Mentre fonti di governo del partito di Di Maio, hanno rimarcato come: “Il punto di partenza di qualsiasi decisione sarà un’analisi razionale della relazione costi-benefici sulla Tav.

Un’analisi che, di fatto, boccia il proseguimento dell’opera e alla quale, ha spiegato lo stesso Conte, sarà affiancata anche un’analisi di razionalità politica”. Ora resta da aspettare di capire se questa “analisi di razionalità politica” sarà in grado di riportare la pace nel governo come auspicato da Salvini, oppure no.