La Grecia affoga nella crisi e i deputati vanno in ferie

di Francesco De Palo per Il Fatto Quotidiano

Democrazia in vacanza ad Atene con il parlamento greco che resterà chiuso fino ad ottobre e il solo Syriza di Alexis Tsipras a protestare, evocando uno scenario da brivido per il governo di larghe intese con la troika. Con decreto presidenziale firmato dal Capo dello Stato Karolos Papoulias, il premier Antonis Samaras ha annunciato la risoluzione anticipata della sessione di lavoro della Camera. I motivi che hanno indotto il governo a questa decisione improvvisa non sono stati annunciati ufficialmente, anche se ufficiosamente trapela che resta in sospeso un ordine del giorno presentato da Syriza per la discussione del caso Baltakou, il segretario dell’esecutivo intercettato al telefono con il leader di Alba dorata. Telefonate che sono poi finite sulla stampa e hanno suscitato l’imbarazzo generale del governo.

Intanto qualcuno inizia a ragionare sulle difficoltà dell’esecutivo, intento a cercare denari (ma dove?) per colmare il doppio gap individuato dal Fondo monetario internazionale nel bilancio del 2014 e 2015 (rispettivamente 3 e 4 miliardi di euro). Senza contare il dato politico che emerge dalle elezioni europee, con i conservatori in evidente difficoltà, staccati di quattro punti da Syriza. Inoltre, è possibile che a fine ottobre scadano anche i termini relativi alla prescrizione per una serie di casi giudiziari che hanno riguardato ministri e parlamentari.

Non è comunque la prima volta che il parlamento greco si concede una lunga vacanza. L’ultimo caso simile si è verificato nel maggio 2009 con il governo del conservatore Kostas Karamanlis, provocando una tempesta politica in quanto la chiusura della Camera era legata – secondo l’opposizione di allora – alla prescrizione di tutti i casi pendenti in quel momento: lo scandalo Vatopedi che riguardò la chiesa ortodossa, le tangenti Siemens che provocarono le dimissioni dei vertici tedeschi della multinazionale e gli swaps. In precedenza una cessazione anticipata delle sessioni di lavoro si era verificata anche nel 1984 e nel 1989 con una chiusura 37 giorni prima della scadenza naturale della legislatura.

Intanto il leader del Syriza Tsipras dalle colonne di Le Monde torna ad attaccare il sistema germanocentrico di cui è preda l’Europa: parla di progetto di germanizzazione dell’Ue e di colonizzazione del sud Europa, con Merkel e Schäuble attori protagonisti. Sottolinea che la leadership tedesca vuole creare una zona economica speciale nella periferia europea e che la minaccia di uscita della Grecia dall’eurozona altro non è stata se non un’estorsione di cui i politici greci come Samaras e Venizelos hanno approfittato. Osserva che nell’Europa meridionale un governo Syriza sarebbe un esempio anche per gli altri e alla domanda circa l’exploit dell’estrema destra alle elezioni europee, replica parlando di mostruosità, che sono il risultato delle politiche di austerità che distruggono la classe media e i più deboli, gettandoli nelle braccia dei neo-nazisti