Le ruggini degli ex An dietro lo spappolamento del Centrodestra a Roma. Mentre alle spalle di Marchini il filo che unisce alfaniani, Augello, Cremonesi e Caltagirone

di Stefano Sansonetti

Una spaccatura vera o mantenuta ad arte per non infastidire troppo il Pd nella corsa al Campidoglio? Ruota un po’ intorno a questa domanda l’aggrovigliata situazione in cui è finito il Centrodestra a Roma. Il dato certo è che dietro i pasticci delle ultime settimane stanno diventando sempre più nitidi i veleni tra ex An. E ridiventano nitidi gli appetiti per la montagna di soldi e immobili ancora conservati nella cassaforte della fondazione An. Queste sono le piste da cui si può partire per capire il disorientamento del Centrodestra. Da una parte c’è un ex pezzo grosso del partito di via della Scrofa, Andrea Augello, successivamente passato per l’Ncd del suo amico Angelino Alfano e ora approdato al movimento Idea (Identità e Azione) che aderisce al gruppo Gal. Augello, dopo questo slalom speciale, è uno sponsor convinto dell’imprenditore Alfio Marchini, che però non ha trovato fortuna tra altri ex An come Giorgia Meloni, Francesco Storace e Fabio Rampelli. I quali si chiedono: ma come facciamo a votare uno come Marchini, tra l’altro appoggiato da quell’Alfano che fa parte di un governo a noi tanto inviso?

GLI ALTRI
Nel ginepraio degli ex è rispuntato fuori pure Francesco Cosimi Proietti, noto a tutti come “Checchino”, ex braccio destro di Gianfranco Fini. In vista delle elezioni comunali nella Capitale, Proietti ha addirittura rispolverato il simbolo del Movimento sociale italiano. Come si vede attriti e sgambetti di ogni tipo, certo non estranei al destino dei soldi e degli immobili custoditi nella fondazione An. C’è chi dice, forse eccedendo in dietrologia, che Silvio Berlusconi e Forza Italia dopo tutto non hanno grande interesse a risolvere le baruffe tra ex An. E questo perché, in una sorta di “riedizione” del patto del Nazareno, in realtà gli azzurri non vogliono nemmeno provare a vincere le comunali capitoline per non disturbare Matteo Renzi. Chissà, magari sono solo suggestioni. Di certo nella mischia Marchini continua a coltivare le sue ambizioni da primo cittadino, non soltanto forte dell’appoggio degli alfaniani, ma anche di quello che potrebbe arrivargli dall’ex presidente di Acea e Camera di Commercio, Giancarlo Cremonesi. Il quale, come rivelato ieri da La Notizia, viene sollecitato dai Liberali a scendere in campo.

IL DETTAGLIO
Ad ogni buon conto in cima alla filiera si indovina il più pesante sostenitore di Marchini, ovvero Francesco Gaetano Caltagirone (che non per niente è azionista forte di Acea). Del resto è appena il caso di ricordare che fino a qualche mese fa lo stesso Marchini aveva un posto nel consiglio di amministrazione di Cementir, società che rientra proprio nel gruppo Caltagirone. In tutto questo ci sono gli ondeggiamenti del leader della Lega, Matteo Salvini. Il quale boccia apertamente l’ex capo della protezione civile, Guido Bertolaso, dice di essere disposto ad appoggiare la Meloni, ma a quanto pare non disdegna affatto Marchini. Insomma, le ruggini degli ex esponenti di An sono un ostacolo alla corsa di quel profilo, Marchini, che in realtà andrebbe bene al resto del centrodestra e alla corazzata Caltagirone. Ma finora la corsa romana è un vortice che pare risucchiare tutto.

Twitter: @SSansonetti