Maxiappalto per la vigilanza degli uffici pubblici. Lo Stato mette sul piatto mezzo miliardo di euro. E vuole pure i droni

di Stefano Sansonetti

La procedura non è ancora entrata nel vivo, ma la torta sta già scatenando grandi appetiti. E costringerà lo Stato a presidiare la vicenda con grande attenzione, visto che in ballo c’è il sensibilissimo business della vigilanza degli immobili pubblici. Diciamo subito che sul piatto è stato messo un maxiappalto da 540 milioni di euro, uno dei più costosi in assoluto per lo Stato. Oggetto della gara è “l’affidamento dei servizi integrati di vigilanza presso i siti in uso, a qualsiasi titolo, alle Pubbliche Amministrazioni”. La documentazione di gara è stata definitivamente messa nera su bianco qualche giorno fa dalla Consip, la centrale acquisti controllata dal Tesoro che si occupa di approvvigionamento di beni e servizi per gli uffici pubblici.

I PUNTI
La società, da poco guidata dal renzianissimo Luigi Marroni (già capo della Asl di Firenze), per la prima volta organizza una procedura dedicata ai servizi di vigilanza. E per prepararsi all’evento già a partire dal febbraio del 2015 ha diffuso un documento di consultazione tra tutti gli operatori di mercato. Si tratta di un modus operandi ormai consueto per la Consip, attraverso il quale la società cerca di capire il contesto economico di riferimento e quanto possa essere “ficcante” una gara organizzata nel tentativo di far risparmiare la Pubblica amministrazione. E’ appena il caso di ricordare, infatti, che l’obiettivo principale della società del Tesoro è proprio quello di consentire alle amministrazioni di acquistare beni e servizi a prezzi nettamente più convenienti di quelli reperibili sul mercato. Del resto le varie Manovre economiche dei Governi hanno insistito sul punto, allargando il perimetro d’azione della società. A questa sorta di “regola” si è adeguato anche il dicastero di via XX Settembre, oggi guidato da Pier Carlo Padoan, che ha annunciato di voler continuare a puntare sulla Consip con convinzione. E così, per la prima volta, la società pubblica allarga la sua sfera ai servizi di vigilanza sui siti della Pubblica amministrazione.

I DETTAGLI
La gara, in particolare, è divisa in 13 lotti geografici, come detto per un importo massimo di 540 milioni di euro. E’ però interessante andare a vedere il valore economico dei singoli lotti. Ebbene, il più “ricco” è quello relativo ai municipi 1° e 2° del comune di Roma, per un totale di 46 milioni di euro. Poi c’è il lotto relativo agli altri municipi di Roma, esclusi il 1° e il 2°, che vale in tutto 45,5 milioni di euro. In tutto fanno più di 90 milioni. Insomma, è chiaro che nei municipi centrali della Capitale c’è la maggior parte di edifici pubblici “sensibili”, di conseguenza più costosi in termini di esigenze di sicurezza. Nei servizi di vigilanza richiesta rientrano tutte le attività più delicate: sistemi informatici, contact center, vigilanza antirapina, telesorveglianza, vigilanza con unità cinofila e anche vigilanza ispettiva mediante un “sistema di aeromobile a pilotaggio remoto” (in pratica i droni). La durata della convenzione proposta dalla Consip è di 24 mesi. E adesso gli operatori privati possono scatenarsi.

Twitter: @SSansonetti