Nuova legge elettorale. L’ipotesi Lauricella può convincere i 5 Stelle: premio di maggioranza col 40% di consensi in entrambe le Camere

Il deputato Pd Lauricella ci ha preso sul verdetto della Consulta. Sua la proposta di legge elettorale, senza ballottaggio e con premio di maggioranza

Se solo il suo partito, il Pd, Matteo Renzi in testa, gli avesse dato retta quando ancora l’Italicum era in discussione, adesso tutte le forze politiche che hanno fretta di andare al voto, avrebbero la strada spianata. E, invece, il suo lodo, un emendamento che vincolava l’entrata in vigore della legge elettorale per la Camera al disco verde della riforma costituzionale, rimase lettera morta. Il deputato dem, Giuseppe Lauricella, esperto di sistemi elettorali, però, alla fine ci ha preso anche sul verdetto della Consulta. È sua, infatti, la proposta di legge elettorale, senza ballottaggio e con un premio di maggioranza che scatta solo se in entrambi i rami del Parlamento si raggiunge il 40% dei consensi.

Lo ammetta, ha la sfera di cristallo?
No, la sfera non ce l’ho. Ho semplicemente ragionato.

Se è stato pragmatismo, vuol dire che altri colleghi, incluso il suo segretario Renzi, non ne hanno avuto.
Io ho lavorato solo sulla base dei miei convincimenti. A partire dal ballottaggio. Un meccanismo che, come vado ripetendo ormai da due anni, non è adatto per un sistema tripolare e per eleggere un organo legislativo.

E ora la Consulta le ha dato ragione.
Il mio è un Italicum depurato dalle illegittimità, studiato per dare omogeneità e coerenza al sistema di voto. La sua forza sta nel non rinnegare il maggioritario in prima battuta. Solo nel caso in cui in entrambi i rami del Parlamento nessuno ha una legittimazione popolare tale da riuscire a raggiungere il 40% dei consensi e, quindi, ad aggiudicarsi il premio di maggioranza, il meccanismo diventa proporzionale. L’assetto di maggioranza, a quel punto, va trovato in Parlamento, come succede in tutti i sistemi parlamentari democratici.

Insomma, habemus un testo base?
Questo dipende solo dalla volontà politica. Dalla volontà, cioè, di non sprecare quest’occasione per darsi delle regole durature e approvare un sistema razionale.

Lei si iscrive al partito di chi ritiene necessario prima del voto rendere omogenei i sistemi delle due Camere.
Non mi iscrivo a nessun partito. Ma vorrei chiarire un aspetto: la Consulta ha detto solo che ora il sistema è applicabile. In riferimento alla Camera, però. Ma non ha mai parlato di omogeneità. A tal proposito, anzi, nelle motivazioni mi aspetterei dalla Corte un richiamo proprio a questo aspetto.

Se il suo lodo fosse stato approvato, oggi il film sarebbe un altro.
Beh, avremmo avuto il Consultellum per entrambe le Camere perché l’Italicum non sarebbe mai entrato in vigore.

Un sistema omogeneo per andare dritti al voto. Renzi se l’è cercata?
Io glielo avevo detto. Ma la maggioranza non ha voluto ascoltarmi.

Ora può rimediare con il Lauricellum.
È un’ipotesi di soluzione. Io il mio dovere l’ho fatto. Se poi non viene colta…

Cinque stelle permettendo, però?
In realtà dai Cinque Stelle ho ricevuto complimenti per un sistema che non è pensato contro qualcuno.

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