È partita l’era delle autonomie. La Sicilia percepirà il 36% dell’Iva. Il nuovo metodo di calcolo aumenta le risorse destinate alla Regione

Diventa operativo l’accordo fatto tra il ministero dell’Economia (Mef) e la Regione Sicilia

Diventa operativo l’accordo fatto tra il ministero dell’Economia (Mef) e la Regione Siciliana sull’attribuzione a quest’ultima del 36,4% dell’Iva a partire dal 2017. Grazie a una piccola variazione semantica nella norma, che passa dal metodo di calcolo del “riscosso” a quello del “maturato” l’imposta sul valore aggiunto destinata ai siciliani sta per fare un bel balzo in avanti. Dopo mesi di trattative tra il ministro Giovanni Tria e il governatore dell’isola, Nello Musumeci, per mettere una pietra tombale sul contenzioso fiscale che oppone da anni la Sicilia al Ministero dell’Economia ieri è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il primo di una serie di decreti del Mef necessari a dare attuazione all’armistizio.

Lo scorso dicembre Tria a Musumeci si accordarono per dare più soldi alla Sicilia con una serie di meccanismi. Primo: ridurre i trasferimenti di denaro fatti da Palermo a Roma per tagliare il debito pubblico, portandoli dagli 1,3 miliardi del 2018 a 1 miliardo nel 2019 a fronte dell’impegno di Musumeci a ritirare il ricorso contro la legge di Bilancio del 2018 e pendente alla Corte Costituzionale. Secondo: un versamento da 540 milioni da parte del Mef in favore della Regione Siciliana da destinare ai liberi consorzi e città metropolitane per le spese di manutenzione straordinaria di strade e scuole (da erogare in due quote da 20 milioni annui per il 2019 e il 2020 e di 100 milioni per ciascuno degli anni dal 2021 al 2025).

La terza e ultima parte dell’accordo dispone che “lo Stato e la Regione Siciliana si impegnano a definire entro il 31 gennaio 2019 i contenuti del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze per l’individuazione delle modalità di attribuzione dell’Iva alla Regione Siciliana”. Ed è questo il pezzo dell’intesa perfezionata con il decreto pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale con cui si cambia il modo di attribuire all’isola la sua parte di Iva nazionale, con il nuovo metodo del “maturato” che sostituirà quello del “riscosso”.

Una sottile modifica normativa che dovrebbe portare nelle casse della Sicilia una bella boccata d’ossigeno se si considera che questo stesso meccanismo è già stato applicato in passato al metodo di ripartizione dell’Irpef di competenza siciliana nel 2017 determinando “un incremento delle entrate regionali pari a 1.400 milioni di euro per il 2017 – secondo quanto riportato dal dossier di documentazione fatto dal Servizio del Bilancio della Camera e del Senato sulla legge di bilancio del 2017 – e circa 1.685 milioni di euro a decorrere dal 2018”.

Adesso bisognerà attendere rispettivamente il 28 febbraio e l’8 marzo, perché vengano ufficializzati l’ammontare dell’acconto del 2017 e del 2018 affinché sia determinato il conguaglio Iva (a credito o a debito così dice il decreto) spettante alla Regione Siciliana per quelle annualità. Mentre l’acconto Iva del 2019 sarà reso noto l’11 aprile.