Per Alitalia non è escluso l’intervento statale ma basta prestiti. Patuanelli: “Perde 2 milioni al mese. Le soluzioni ci sono ma non la svenderemo ai tedeschi. Resterà la compagnia di bandiera”

Dopo la Banca Popolare di Bari lo Stato potrebbe diventare azionista anche di Alitalia, riportando l’orologio dell’economa indietro di almeno vent’anni, quando la compagnia aerea faceva capo all’Iri. Ad annunciarlo è stato il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, nel corso dell’audizione alla Commissione Trasporti della Camera. L’intervento, ha spiegato, non sarà diretto, ma attraverso una azienda pubblica come accaduto a Bari dove è stato messo in campo il Mediocredito Centrale. Per Alitalia si potrebbe riproporre il ruolo di Ferrovie dello Stato.

“Non è escluso – ha detto il ministro – che ci sia un intervento statale anche in questa fase perché non si può buttare tutto quello che è stato fatto in questi tempi della procedura”, ha ricordato il ministro, sottolineando che “questo è il momento di prendere le decisioni”. Ma, ha chiarito, “non ci possono essere ulteriori interventi pubblici a fondo perduto” cioè prestiti “alla struttura commissariale”. Allo stesso tempo “ritengo possibile e necessario un ulteriore coinvolgimento di Ferrovie”.

Il filo conduttore dell’intervento del ministro è stato diretto soprattutto a rassicurare i dipendenti. Quindi niente spezzatino e attenzione al rilancio senza penalizzare i lavoratori. Vuol dire che, almeno per il momento, il progetto Lufthansa è stato messo in pausa, visto che al colosso tedesco interessa solo l’aviolinea (quindi niente manutenzione e servizi a terra). Resta il fatto che, come ha riconosciuto Patuanelli, Alitalia perde due milioni al mese e le soluzioni non sono tante. Sul ruolo del Tesoro, il ministro ha ammesso che non potrà più utilizzare la scorciatoia di convertire in azioni i 145 milioni di euro di interessi maturati sui precedenti prestiti ponte. I 400 milioni di euro del nuovo finanziamento stanziati dal decreto “saranno gli ultimi”, ma l’alternativa sarebbe stata “di mettere gli aerei a terra”.

Il nuovo commissario unico, Giuseppe Leogrande, che si è già occupato dell’amministrazione straordinaria di Blue Panorama, avrà il mandato a ristrutturare e tagliare i costi. “Deciderà in totale autonomia, sia sulla strategia che sulla squadra che lo affiancherà”, ha assicurato ancora il ministro dello Sviluppo economico. Il nome più accreditato per il ruolo manageriale è quello di Giancarlo Zeni, al momento a capo di Blue Panorama. Il tema alleanze porta dritto a Lufthansa. Il ministro non ha gradito il messaggio che il colosso tedesco ha affidato alla stampa italiana in un incontro riservato a Francoforte. “Non regaleremo la compagnia ai tedeschi”, è stata la premessa, per concludere che il passaggio dall’attuale alleanza Skyteam (di cui fanno parte anche Delta e Air France-KLM, rientrata in partita) a Star Alliance creerebbe problemi.

E Patuanelli non è tenero neanche con Atlantia: “E’ del tutto evidente che la motivazione del mio cauto ottimismo prima della criticità è perché Atlantia si è sfilata il 20 novembre e quindi il 21 non c’era il consorzio. A quel punto mancavano un pezzo industriale e 350 milioni”. Infine un richiamo all’orgoglio: “Dopo il brand Ferrari è uno dei brand italiani più conosciuti al mondo, un governo non può che essere orgoglioso di dire che Alitalia è e resterà la compagnia di bandiera”.