Prostitute nell’inferno Italia. Così i rom le fanno schiave. Sgominata una delle bande più attive a Milano. Ragazze costrette a vivere in stalle come capre

Minacciate, costrette a prostituirsi e e a vivere in catene in una stalla. È finito l’inferno per decine di donne romene, anche minorenni, ridotte in schiavitù da una banda di sfruttatori. Diciannove le persone arrestate, di fatto i “proprietari” del marciapiede di via Ripamonti e delle zone subito limitrofe, a Milano. Il gruppo, di etnia rom, è stato prelevato in uno dei campi nomadi di Muggiano. Le ragazze, a quanto si è appreso, venivano apostrofate dagli arrestati come “capre”. Alcune di loro erano state comprate da altri sfruttatori o dalle famiglie, ma molte venivano ingaggiate attraverso una tragica finzione: contattate nel loro Paese con la promessa di una relazione sentimentale, una volta arrivate in Italia il loro destino era segnato. Con violenze fisiche e psicologiche finivano infatti in strada. La banda cercava soprattutto le minorenni, anche si solo 13 anni.

SOLDI SICURI
Il reddito di ciascuna ragazza poteva arrivare a 500 euro a settimana e spesso venivano rivendute assieme al pezzo di marciapiede che occupavano per cifre che vanno dai 3 ai 7mila euro. Singolare l’avvio delle indagini, durate tre anni, partite con alcune lettere anonime indirizzate al commissariato di Porta Romana con tutti i nomi dell’organizzazione.