Quegli strani affari di Fusco con Dubai

Di Daniele Autieri per Repubblica

La pista di Furio Fusco porta lontano. Oltre i limiti morali della coscienza e i confini territoriali dell’Italia. Una pista che parte dal seminterrato di via Livorno, supera Roma e arriva a Dubai. Il fotografo e agente, arrestato la scorsa settimana con l’accusa di adescamento, prostituzione minorile e produzione di materiale pedopornografico, aveva alimentato negli anni un giro molto ampio arrivando ad aprire un canale affaristico con l’estero.

Questo è quanto emerge dalle testimonianze di alcune delle “sue” ragazze, vittime minorenni e spesso inconsapevoli di un business illecito di cui le fotografie erano solo minima parte.

Una pista confermata da I., la diciottenne indagata che era stata irretita dall’uomo fino a partecipare a un set pornografico insieme ad una minorenne. Oggi il suo avvocato Francesco Senise chiarisce che la ragazza non ha agito da arruolatrice, ma altresì conferma che Fusco più volte le ha parlato del suo canale all’estero spiegandole che le foto venivano viste da persone residenti fuori d’Italia.

Il fotografo vantava amicizie di alto livello, non millanterie, ma conoscenze fondate di gente disposta a spendere cifre importanti per avere a disposizione una ragazza a qualche ora di aereo da qui. Il sistema viene spiegato a Repubblica da una fonte qualificata: «La foto era solo il primo passo – dichiara il testimone – un “assaggio” ben condito che veniva utilizzato per convincere il cliente a comprare la mercanzia».

Accertate le responsabilità e la spregiudicatezza di Fusco, adesso il vero nodo dell’inchiesta si sposta tra le dune di Dubai e nei bar discreti dove il denaro compra qualunque trasgressione. Negli ultimi mesi sono almeno tre le ragazze di Fusco approdate a Dubai per una sfilata e rimaste lì per giorni.

Un soggiorno dorato, trascorso tra bagni in piscina al Palm Jumeirah (l’isola artificiale a forma di palma costruita sul mare), serate al Blue Marlin, il locale più in voga con una sede anche a Ibiza, e notti al JW Marriott Marquis, l’hotel a cinque stelle posizionato proprio nella business bay, tra i grattacieli delle banche internazionali e gli immensi centri commerciali.

In nessun caso compare un intermediario, un personaggio ritratto in una foto, un nome scritto al margine di un commento postato sui social network, ma più di un testimone conferma che i viaggi erano totalmente pagati, rimborsati fino all’ultimo centesimo. Chi fosse il generoso finanziatore è ancora da scoprire, così come è da verificare cosa facessero le ragazze una volta spenti i riflettori della passerella. L’unica evidenza certa, a questo punto, è che l’inchiesta si incammina inevitabilmente lungo una pista dorata, proprio come la sabbia del deserto.