Riforma della Giustizia, Bonafede accelera ancora. Il testo era stato causa di forti tensioni con la Lega. Anche col Pd ci sono divergenze ma meno profonde

Mentre il Csm torna faticosamente alla normalità (leggi l’articolo), si avvicina sempre più la rivoluzione del settore Giustizia. Entro il 31 dicembre dovrebbe essere varata la riforma Bonafede attraverso una legge delega in Parlamento, segnando l’ennesima promessa mantenuta dal Movimento 5 Stelle. Può sembrare scontato ma il provvedimento, su cui sta lavorando da un anno e mezzo il guardasigilli Alfonso Bonafede, rischiava davvero di saltare. Eh si perché di mettere mano su codici, Csm, Procure e tribunali, se ne parlava già ai tempi del governo gialloverde.

Ma proprio le divergenze tra grillini e il leghista Matteo Salvini, molto più che per la scusa del voto su Ilva, convincevano l’ex vicepremier a staccare la spina al governo Conte mettendo a rischio una riforma necessaria e non più rimandabile. Peccato per lui che la bozza del testo sia piaciuta anche ai dem e che ora il Conte 2 intenda portarla a termine in tempi brevissimi.

Testo alla mano, sono previste una serie di nuove norme per accorciare i tempi dei processi, ad esempio si potrà chiedere la proroga delle indagini preliminari per una volta sola e per non più di sei mesi, e viene introdotto anche l’illecito disciplinare per i magistrati negligenti. Rivoluzionato anche il Csm le cui elezioni avranno un sistema misto tra il sorteggio e il voto. Inoltre per l’organo di autogoverno delle toghe verrà rivisto il sistema delle nomine ai vertici di procure e tribunali che dovrà essere svolto “secondo l’ordine temporale con cui i posti si sono resi vacanti”.