Scacco al boss Nicitra. L’ex Banda della Magliana in carcere insieme ad altri 37. Secondo la Dda controllavano il gioco d’azzardo a Roma

Maxi operazione dei Carabinieri nella Capitale. Trentotto gli arrestati nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma contro un’associazione a delinquere guidata da Salvatore Nicitra (nella foto), ex boss della famigerata Banda della Magliana. L’operazione è stata condotta nelle province di Roma, Viterbo, Terni, Padova, Lecce, nonché in Spagna ed in Austria. Secondo gli inquirenti della Dda, Nicitra “ha, negli anni, monopolizzato l’area a Nord della Capitale, assumendo il controllo, con modalità mafiose, del settore della distribuzione e gestione delle apparecchiature per il gioco d’azzardo (slot machine, videolottery, giochi e scommesse on line), imposte con carattere di esclusività alle attività commerciali di Roma e provincia”.

Le indagini dei carabinieri hanno consentito, inoltre, di far luce su 5 cold case – tutti verificatisi nel quartiere romano di Primavalle alla fine degli anni ’80, tranne uno avvenuto all’interno dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa – che vedono coinvolto Nicitra “allo scopo di consolidare il proprio potere criminale nei quartieri romani di Primavalle, Casalotti, Montespaccato, Monte Mario, Cassia ed Aurelio”. Si tratta dell’omicidio di Giampiero Caddeo, del duplice omicidio di Paolino Angeli e di Roberto Belardinelli, dell’omicidio di Valentino Belardinelli e del tentato omicidio di Franco Martinelli. I militari stanno inoltre eseguendo un sequestro di beni, mobili e immobili, utilizzati per la commissione dei reati o comunque acquisiti con proventi illeciti per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro.

Il nuovo ordine d’arresto emesso dal gip di Roma ha raggiunto Nicitra in carcere, dove si trovava già da due anni in seguito alla maxi inchiesta sul clan Gambacurta che lo aveva coinvolto, nel giugno 2018, insieme a 69 persone, con l’accusa di aver costituito nella Capitale un’associazione a delinquere finalizzata a reati di usura, estorsione, riciclaggio, intestazione fittizia dei beni, traffico e spaccio di droga, anche in questo caso, aggravati dal metodo mafioso. Negli anni ’80, “il Re di Roma Nord” o “il quinto Re di Roma”, così lo hanno definito inquirenti e investigatori che si sono più volte occupati di lui, aveva avuto un ruolo di primo piano nelle attività illecite nel quadrante compreso tra Montespaccato, Aurelio, Primavalle, Cassia e Monte Mario. Nel giugno del 1993, mentre il boss era in carcere per accuse di mafia, scompaiono il fratello Francesco e il figlio Domenico di 11 anni. Della sorte dei due non si sono più avute notizie da allora.

“Nicitra, siciliano, con trascorsi di rapinatore già amico di Franco Giuseppucci e referenti di Enrico De Pedis (detto Renatino, ndr), per la commercializzazione della droga nella zona di Primavalle, il quale per la capacità di gestire il gioco d’azzardo venne anch’egli arruolato nella banda per la conduzione di circoli privati” scriveva di lui il giudice istruttore Otello Lupacchini all’epoca del maxiprocesso sulla Banda della Magliana. Già allora Nicitra era considerato, infatti, un “personaggio di spicco dell’organizzazione capace di esercitare e godere notevole ascendente nei confronti dei consociati. Non ha disdegnato, in passato, di ricorrere a minacce, intimidazioni e violenze nei confronti si siano opposti alla sua volontà”.