Sgarbi punta a guidare l’Anci. Ma la sorpresa è Nardella. L’associazione dei Comuni verso il congresso. Favorito resta però l’uscente Decaro

La poltrona da deputato è in bilico ma Vittorio Sgarbi ne ha già puntata una nuova, altrettanto ambita e prestigiosa: la presidenza dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani. Gli amministratori locali ne stanno già discutendo nelle assemblee regionali in vista del congresso nazionale, e i giochi non sono affatto chiusi. La riconferma dell’uscente Antonio Decaro, primo cittadino di Bari e al timone dell’Anci dal 2016, è data talmente per favorita da far venire a mente il classico epilogo di chi al conclave entra Papa e ne esce cardinale. Senza ancora esporsi apertamente, c’è chi sta sondando la possibilità di una candidatura alternativa, con un sindaco di tale prestigio da diventare automaticamente credibile: Dario Nardella.

LA DENUNCIA DI VITTORIO. Per Sgarbi, attuale sindaco di Sutri, c’è quindi poco da fare, se non movimentare una fase precongressuale che sta avanzando alla chetichella, come lo stesso parlamentare oggi iscritto al gruppo misto ha appena denunciato. “Sono sindaco e rimango stupito – ha detto – perché i Comuni incarnano una storia di libertà, sono il pilastro dell’ordinamento istituzionale, rappresentano l’autonomia delle nostre comunità. Da troppo tempo l’Anci ha smesso di parlare a nome di tanta vitalità e bellezza dei territori”. Quindi, ha continuato, “Ci vuole uno scossone. Per questo da Sutri voglio che salga la voce di una nuova Anci. Propongo pertanto la mia candidatura, nel coro delle città d’arte e dei borghi storici, rappresentando la dimensione maggioritaria dei luoghi più belli e meno conosciuti, a presidente dell’Anci verso una nuova immagine dell’Italia dei Comuni”.

Un’offerta di disponibilità in piena regola, che potrebbe aprire al seguitissimo polemista ed esperto d’arte e cultura una vetrina ben più illuminata della Camera dei deputati, dove secondo quanto anticipato dal Fatto Quotidiano è finito nel mirino della Giunta per elezioni, e rischia di essere dichiarato incompatibile a causa di alcuni incarichi extraparlamentari non dichiarati, come la presidenza dell’Associazione culturale Rinascimento di Forlì, della Fondazione Canova con sede a Possagno (TV) e del Consiglio di amministrazione del Mart (il museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto, in provincia di Trento).

IL RUOLO DELLA LEGA. La partita vera dell’Anci si gioca però su un altro tavolo e qui avrà più peso la Lega, con i suoi numerosi amministratori locali, piuttosto che il Movimento Cinque Stelle, dotato di una scarna pattuglia di sindaci. Il Carroccio, come si sa, in passato aveva minacciato di far uscire i suoi uomini dall’associazione prevalentemente egemonizzata da presidenti di Sinistra (gli ultimi prima di Decaro sono stati Delrio, Cattaneo e Fassino, menre bisogna andare fino al 2009 per ritrovare un sindaco di Firenze: Leonardo Domenici). Di qui l’esplorazione su Nardella, legato a doppio filo a Renzi e quindi a Italia Viva, la neo formazione che potrebbe conquistare proprio in Anci la prima della serie di poltrone a cui ambisce.