Soldi pubblici erogati alla cieca. Il Cara di Castelnuovo di Porto prese 9 milioni senza contratto. Il centro di accoglienza nel 2016 finì nel mirino della Finanza e dell’Anac

Non è la prima volta che il Cara di Castelnuovo di Porto finisce al centro delle polemiche

Nel secondo giorno di chiusura (e polemiche) del Cara di Castelnuovo di Porto, il trasferimento dei migranti ospitati nella struttura si è trasformato in un caso. Con la Chiesa, il Pd e il sindaco del piccolo paese alle porte di Roma dove sorge la struttura. Tutti contro la decisione del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di spostare i rifugiati in altri centri senza comunicarlo preventivamente agli interessati. Ma, nonostante le proteste, arrivate pure dalla Fiom e dalle toghe di Magistratura Democratica, che parlano di diritti costituzionali calpestati, per non parlare della condanna del presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, il vicepremier non fa una piega e tira dritto. Rincarando addirittura la dose. “Seguiranno le chiusure di altri grandi centri di accoglienze, tra cui Mineo”, ha annunciato Salvini.

Di certo, non è la prima volta che il Cara di Castelnuovo di Porto finisce al centro delle polemiche. Lambito dall’inchiesta Mafia Capitale per le mire del ras delle Coop, Salvatore Buzzi, sul centro aveva acceso un faro anche l’Autorità nazionale anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone. Che alla gestione del Cara ha dedicato una relazione redatta nel 2016. Ma che cosa è emerso dagli approfondimenti dell’Anac? La gestione del Cara, con i suoi 650 posti letto, fu affidata dalla Prefettura di Roma nel 2013 con una gara (annullata e riassegnata dal Tar) al prezzo di 15 milioni di euro per tre anni. I locali sono di proprietà dell’Inail che dal 2008 li ha messi a disposizione del ministero dell’Interno, senza che i due soggetti abbiano mai sottoscritto (almeno fino al 2016) un contratto. Circostanza che, però, non ha impedito al Viminale di pagare all’Inail 8,76 milioni tra affitti e utenze.

E già questo basterebbe ad inguaiare qualsiasi pubblico funzionario coinvolto nell’operazione. “La pubblica amministrazione non può assumere impegni o concludere contratti se non in forma scritta”, ha rilevato del resto l’Anac. Inoltre, non si sa se la Prefettura effettuasse controlli prima della liquidazione all’Inali delle spese di gestione. E non è tutto. Pure sul versante dei permessi le cose non erano affatto chiare, visto che il ministero si preoccupò, solo dopo un’ispezione della Guardia di Finanza al Cara, di chiedere all’Inail le dichiarazioni di conformità degli impianti, il certificato di prevenzione incendi, il titolo abitativo urbanistico e la destinazione d’uso.

Per quanto riguarda il controllo degli accesi al Cara, le Fiamme Gialle rilevarono la presenza di 900 persone a fronte delle 650 previste, evidenziando così “la non regolare esecuzione, da parte di Auxiluim (il gestore della struttura) del servizio di registrazione degli ingressi e delle uscite degli ospiti dal centro di accoglienza”. I finanzieri, nel corso della stessa ispezione, individuarono inoltre due extracomunitari, non presenti nell’elenco degli ospiti della struttura, uno dei quali era stato arrestato per spaccio. Una circostanza incredibile ma resa possibile dal rifiuto spesso opposto dagli ospiti del Cara di esibire il tesserino di riconoscimento, facilitato anche dall’assenza “di strumenti e operatori delle Forze dell’ordine in numero sufficiente da impedire ingressi illegittimi”.

In un siffatto quadro, prosegue l’Anac, “si ha motivo di ritenere che i pagamenti effettuati dalla Prefettura al Rti Auxilium (21,9 euro per ospite al giorno) avvengano in modo aleatorio, incerto e opinabile, tenuto conto dell’assoluta incertezza sul numero di ospiti presenti all’interno della struttura”. Le cose non andavano meglio sul fronte della pulizia dei locali, dei servizi erogati agli ospiti e del cibo. E anche per quanto riguarda il pagamento del pocket money da 2,50 euro al giorno a cui avevano diritto gli immigranti presenti nel centro, la Finanza formulò numerosi rilievi. Dopo anni di indifferenza la politica torna ora a scontrarsi sul Cara di Castelnuovo di Porto. Ma molti dovrebbero rileggersi la relazione di Cantone.