Solo cento case agli sfollati di Genova, ne mancano altre 160. A chi non ha avuto l’alloggio lo Stato assegnerà un contributo tra 600 e 900 euro

Un emendamento prevede l’erogazione di 2mila euro per metro quadro per ciascun immobile interessato dal crollo

La promessa era che tutti avessero un tetto sopra la testa entro novembre. Invece dopo due mesi dal crollo del ponte Morandi solo cento famiglie hanno avuto subito una casa, mentre le altre 160 per ora dovranno accontentarsi di un contributo che varierà dai 600 ai 900 euro. Un po’ poco per far ripartire la città, anche se il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli ha garantito che  ci saranno ulteriori misure che si aggiungeranno per aiutare chi non ha perso tutto.

“Con l’emendamento governativo approvato in Commissione martedì scorso alla Camera – ha spiegato Toninelli – è stata prevista l’erogazione di 2mila euro per metro quadro per ciascun immobile interessato dal crollo, a cui si aggiungono l’indennità speciale di 45mila euro e l’indennità per l’improvviso sgombero pari a 3mila euro”. Ma non solo. Il ministro ha anche sottolineato che è prevista un’indennità pari al trattamento massimo della cassa integrazione per i lavoratori del settore privato, compreso quello agricolo che sono rimasti senza niente.

Tante promesse, insomma, ma intanto gli sfollati non trovano ancora pace. Solo ieri gli abitanti della zona rossa di Genova sono rientrati nelle loro case, chiuse dal 20 agosto, per recuperare beni ed effetti personali. Due ore di tempo, tanto hanno avuto i cittadini, e 50 scatoloni per recuperare tutta una vita. Ma il ministro  rassicura: “Siamo di fronte ad una sfida difficile, ma andiamo avanti con determinazione affinché una comunità colpita al cuore possa al più presto tornare alla normalità”.