Stipendi ai parlamentari sulla base delle presenze. I 5 Stelle pronti a votare, ma la proposta di Renzi è uno spot: il Pd vuole il rinvio

Renzi ha cercato di cambiare le carte in tavola lanciando un’idea sugli stipendi ai parlamentari: calcolarli in base alla presenza in Aula.

La proposta di Matteo Renzi è stata solo uno spot televisivo. Il presidente del Consiglio ha cercato di cambiare le carte in tavola lanciando un’idea sugli stipendi ai parlamentari: calcolarli in base alla presenza in Aula. Ma fonti vicine al Pd confermano che l’obiettivo è un altro: riportare in commissione il testo per “cercare un accordo privo di toni propagandistici”. “Quello che propone Renzi non corrisponde a quello che propone il suo partito. Si sarà forse dimesso da segretario?”, ironizza la deputata del Movimento 5 Stelle, Roberta Lombardi, commentando l’ipotesi con La Notizia. Tuttavia la firmataria della legge sul taglio alle indennità non ha chiuso al confronto: “Ben vengano le proposte nel merito per migliorare la proposta di legge, su cui lavoriamo da due anni”. Insomma “porteranno emendamenti per legare l’indennità alle presenze? Ottimo, lo facciano e votiamo. Sono loro che hanno la maggioranza”, chiosa Lombardi.

TUTTO UGUALE
I 5 Stelle sono determinati a dare battaglia. Beppe Grillo è tornato grintoso come nei giorni migliori. “Chi voterà contro questa legge lo farà per egoismo, per tenersi i suoi privilegi, per tenersi i suoi soldi”, ha attaccato il fondatore del Movimento. “Nulla vi è dovuto e il vostro non è uno stipendio, ma un privilegio inaccettabile: avete gli stipendi parlamentari più alti di tutta Europa”, ha incalzato, invocando una massiccia presenza di attivisti in piazza per far sentire la voce del suo popolo. Ma sul taglio degli onorevoli stipendi il discorso sarà archiviato come era iniziato: con i 5 Stelle all’attacco del Pd che “si tiene il malloppo”, e i renziani che rimproverano i pentastellati per la “demagogia” fatta su una materia delicata. “È una vita che dono parte dello stipendio da deputato all’associazionismo, eppure non mi sarebbe mai venuto in mente di sbandierarlo in questo modo sguaiato”, ha dichiarato la dem Ileana Argentin. In mezzo allo scontro c’è una sicurezza: le buste paga degli onorevoli resteranno intatte. “Il tema è serio, ma c’è chi ne fa uno show, utilizzando le aule parlamentari come fossero un teatro”, ha commentato il presidente  del Gruppo Misto alla Camera, Pino Pisicchio, favorevole a cercare punti di incontro.

SCINTILLE
In Aula è approdato comunque il testo predisposto dalla Lombardi. La base prevede un’indennità di 5mila euro lordi al parlamentare. “Noi chiediamo al partito di Renzi di votare una legge che dà 3mila euro netti ai deputati e di rendicontare tutti i rimborsi, che verranno anche ridotti”, ha ribadito il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. E la vicenda assume toni paradossali. Per il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, si può infatti “calcolare l’indennità del parlamentare in base al reddito da lui percepito prima di essere eletto. Perché fare politica non deve determinare né un arricchimento né un impoverimento. Così c’è un vero dimezzamento della spesa”.