Mistero di Garlasco. Una perizia può capovolgere la condanna di Stasi: sul corpo di Chiara Poggi tracce di un dna estraneo

Il processo sul delitto di Garlasco potrebbe riaprirsi. La famiglia di Alberto Stasi chiederà un nuovo procedimento sulla base di una nuova perizia.

Il processo sul delitto di Garlasco potrebbe riaprirsi. La famiglia di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere, chiederà una revisione del procedimento sulla base di una nuova perizia voluta dal legale di Stati. La notizia è stata riportata in esclusiva dal Corriere della Sera: secondo gli esami di un genetista, infatti, sotto le unghie di Chiara Poggi, la giovane uccisa il 13 agosto 2007, ci sono delle tracce di dna di un’altra persona. E quindi non apparterebbero all’uomo che sta scontando la pena a Bollate da un anno, dopo il pronunciamento della Corte di Cassazione arrivato il 12 dicembre 2015.

Elisabetta Ligabò, madre di Alberto Stasi, ha annunciato la presentazione di un esposto per chiedere la riapertura del processo. La donna, al quotidiano di via Solferino, ha difeso ancora una volta il figlio: “È stato privato della vita. Io ho combattuto a lungo, a volte anche in solitaria, specie da quando è venuto a mancare mio marito. Ho combattuto contro le convinzioni dei tanti che a cominciare da qui, da Garlasco, subito avevano decretato la colpevolezza di mio figlio senza alcuna esitazione”. Dunque, la vicenda giudiziaria sul delitto di Garlasco sembra destinata a prolungarsi: Stasi era stato infatti assolto due volte, in primo grado nel 2009 e in Appello nel 2011. Ma la sentenza è stata rimandata indietro dalla Cassazione, così nel processo bis il giovane è stato condannato a 16 di reclusione.