Dopo il commissariamento, arriva il falso in bilancio per il Comune di Nettuno

di Clemente Pistilli

In Comune a Nettuno, dopo che l’ente del litorale romano era stato commissariato per inflitrazioni mafiose, al fine di evitare la dichiarazione di dissesto finanziario hanno redatto un bilancio falso. Questa la convinzione del sostituto procuratore della Repubblica di Velletri, Giuseppe Travaglini, che ha chiesto gli arresti del sindaco Alessio Chiavetta, esponente del Pd, appena rieletto con il 62% delle preferenze, del dirigente comunale Gianluca Faraone, del presidente del collegio dei revisori dei conti, Michele Scognamiglio, dirigente del Ministero dell’Interno, e dei revisori Barbara Scoppetta, romana, e del casertano Ermanno Cicchitti. Il gip Giuseppe Cario ha negato le misure cautelari ritenendo che vi sono “gravi indizi di colpevolezza”, ma nessun rischio di “reiterazione”. Una decisione dinanzi alla quale il sostituto Travaglini non si è arreso. Il magistrato ha fatto appello e a stabilire se mettere i cinque ai domiciliari ora dovrà essere il Tribunale del Riesame di Roma. Per il sostituto Travaglini altri reati possono essere commessi nei bilanci futuri. Gli inquirenti, che hanno avviato le indagini dopo che il documento contabile sotto accusa era stato annullato dalla Corte dei Conti, hanno sottolineato che un Comune dove, andata via la commissione d’accesso, risultava un debito di venti milioni di euro, l’anno dopo era stato certificato essere in attivo per oltre quattro milioni. Dopo un incontro in Prefettura a Roma, Scognamiglio, con alle spalle una lunga carriera nella pubblica amministrazione, per l’accusa sarebbe stato incaricato di presiedere il collegio dei revisori proprio perché il suo predecessore si era opposto ad avallare il bilancio incriminato. Deciderà il Riesame.