Coronavirus, Ricciardi (Oms): “Dobbiamo abituarci ad una lunga guerra. Servono azioni di contenimento da parte di tutti altrimenti non se ne esce”

“Non so dire quanto tempo ci vorrà, fra quanto ne saremo fuori. Dobbiamo abituarci ad una lunga guerra. La dichiarazione di pandemia serve proprio per far capire che tutti i Paesi devono fare qualcosa altrimenti non se ne esce e l’Italia è stata la prima a sollecitare un cambio di passo”. E quanto ha detto Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute e componente del comitato esecutivo Oms, intervenendo ad Agorà su Rai3. Ricciardi ha detto che “con la dichiarazione di pandemia tutti i Paesi sono coinvolti e presto i cittadini se ne renderanno conto. Ci sono paesi che hanno difficoltà a spiegare la situazione all’opinione pubblica e ci sono ancora comportamenti folli”.

“Ci vorranno almeno due settimane per verder diminuire il numero dei contagi – ha detto ancora l’esperto dell’Oms -, questa settimana aumenteranno ancora ma poi diminuiranno. E’ essenziale che altri paesi si allineino a quello che l’Italia sta facendo. Tutti dobbiamo dare vita ad azioni di contenimento. Pandemia vuol dire che è stato registrato un aumento di casi in tutto il mondo, contemporaneamente. Quindi dobbiamo darci da fare”.

“Roma e Napoli devono essere attenzionate. Mi preoccupa – ha aggiunto Ricciardi – lo spostamento che c’è stato da Nord a Sud delle persone e soprattutto quei comportamenti scellerati delle movide. I ragazzi devono stare a casa. Dobbiamo continuare a dire alle persone che devono stare ferme non devono spostarsi neanche dalla propria casa. L’obbligo è categorico. Bisogna lasciare spazio a chi fa attività assistenziali”.

“Le mascherine purtroppo mancano in tutta Europa. Alle 17 – ha spiegato ancora Ricciardi – arriva un carico che ne porta 200mila dalla Cina, però di fatto quello che stiamo facendo è aumentare la produzione in tutti i paesi europei. Anche in Italia ci saranno delle aziende che metteranno in produzione le mascherine per cercare di mobilitare tutto ciò che esiste. Il fatto è che nel passato la produzione di queste mascherine è stata delegata a paesi come la Cina, l’India, il Vietnam. L’Europa non le produceva quasi più, e adesso dobbiamo recuperare”.