Vaccini fai da te, Italia pronta a produrli in 4-6 mesi. Il ministro Giorgetti esulta. Ma per allora potrebbero essere superflui

Vaccini fai da te, Italia pronta a produrli in 4-6 mesi. Il ministro Giorgetti esulta. Ma per allora potrebbero essere superflui

Chi fa da sé, fa per tre. In Italia molte aziende sono già pronte a partire. Nel secondo incontro che si è tenuto ieri al Mise è stato appurato che ci sono le condizioni di produrre vaccini anti-Covid nel nostro Paese. Nello specifico durante il tavolo è stato appurato “che ci sono le condizioni immediate per avviare la fase dell’infialamento e finitura”, spiegano dal Mise attraverso una nota nella quale aggiungono che “grazie all’eccellenza produttiva dell’Italia, infatti, sono già pronte a partire molte aziende.

È stato dato mandato dal ministro Giancarlo Giorgetti ai diversi rappresentanti presenti competenti” quindi “di procedere all’individuazione di contoterzisti in grado di produrre vaccini entro autunno del 2021”. Quindi si prevedono almeno sei mesi per improntare il sistema. Ma nel frattempo la pandemia di Sar Cov 2, con annesse varianti, a che punto sarà? Chi vivrà vedrà. All’incontro hanno partecipano il ministro Giorgetti, il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, quello dell’Aifa Giorgio Palù, il sottosegretario con delega ai Servizi Franco Gabrielli e il nuovo commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo (nella foto).

“Un incontro ottimo e abbondante”, lo ha definito Gabrielli. Inoltre Giorgetti ha confermato la volontà del Governo di realizzare in Italia un polo per la ricerca di farmaci e vaccini con investimenti pubblici e privati. Su quest’ultima iniziativa si è deciso di mantenere il massimo riserbo sulle aziende che saranno coinvolte nel processo di verifica in corso. Ma i nodi da sciogliere, in primis quelli sul piano vaccinale seguito fin qui, non sono pochi. Tra questi anche l’andamento a macchia di leopardo in Italia: ogni Regione, di fatti, procede per conto proprio decidendo da sola chi somministra i vaccini e dove lo e come ci accedono i cittadini. Punti critici, alcuni dei quali già affrontati lunedì scorso in una riunione tra la Protezione civile e le Regioni.

Nel frattempo si apre l’ipotesi di finanziare con due miliardi la campagna vaccinale. Ipotesi che sarebbe contenuta nella bozza del “dl Sostegno” allo studio in queste ore del governo per finanziare il pacchetto salute che prevede: vaccini, antivirale, trasporto e somministrazione. Nel documento si ipotizza inoltre che in una prima fase intervengano i medici di famiglia e poi nella seconda anche i farmacisti.

In più in vista del colloquio che si terrà oggi tra il Commissario Ue Thierry Breton e il ministro Giorgetti, durane la riunione che si è tenuta al Mise, è stata ribadita la volontà di partecipare al progetto europeo per il rafforzamento della produzione di vaccini. Che ha come “obiettivo prioritario un’accelerazione nella risposta sanitaria al Covid-19” come si sono ribaditi telefonicamente proprio ieri pomeriggio il premer Mario Draghi e il presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen.