Revelli: “Conte crocifisso sui Dpcm. Ora è peggio ma stanno tutti zitti”

Marco Revelli, storico e sociologo che insegna Scienza della politica all’Università del Piemonte Orientale, parla oggi con Il Fatto Quotidiano di Giuseppe Conte e Mario Draghi. Il professore critica il governo e la sua maggioranza. E ricorda cosa succedeva fino a qualche tempo fa

Revelli: “Conte crocifisso sui Dpcm. Ora è peggio ma stanno tutti zitti”

Marco Revelli, storico e sociologo che insegna Scienza della politica all’Università del Piemonte Orientale, parla oggi con Il Fatto Quotidiano di Giuseppe Conte e Mario Draghi. Il professore critica il governo e la sua maggioranza. E ricorda cosa succedeva fino a qualche tempo fa.

Revelli: “Conte crocifisso sui Dpcm. Ora è peggio ma stanno tutti zitti”

“Era tutto prevedibile, dal primo giorno. Questa maggioranza è un pasticciaccio che mette insieme il diavolo con l’acqua santa. Era prevedibile che sarebbe stata completamente paralizzata”, spiega Revelli. Il quale poi aggiunge che Salvini ha ragione a dire che non si potranno fare le riforme. “Come si può fare la riforma della Giustizia penale mettendo insieme il M5S e il centrodestra? E quella del Fisco mettendo insieme chi propone la Flat Tax e chi la tassazione progressiva? Questa è una maggioranza che non riesce nemmeno ad accordarsi su un’ora in più o in meno sul coprifuoco e pensiamo che riesca a riformare la pubblica  amministrazione? Ma dai. Però le premesse di questa paralisi sono evidenti…”.

Quindi arriva il paragone con il passato. “La paralisi del Parlamento e la supplenza totale del governo, proprio quello che si diceva di voler evitare nel passaggio dal Conte-2 al governo Draghi.
Conte è stato messo in croce perché si diceva che le Camere venivano marginalizzate, il governo Draghi ha fatto peggio: sa quanto i parlamentari hanno discusso il Recovery Plan?”, dice Revelli. Secondo il professore “Quelle contro Conte erano accuse strumentali, basti pensare all ’attacco sulle cabine di regia, sui consulenti, sui dpcm. Oggi Draghi si comporta nello stesso modo ma nessuno dice più niente. Quando il governo Conte ha ottenuto i fondi Ue è partito l’assalto alla diligenza dei grandi poteri – industriali, finanziari, immobiliari – c he volevano buttarlo giù. Renzi è stato solo l’esecutore”.

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