Strage in funivia al Mottarone. Via la gip che ha liberato Nerini e Perocchio. Il caso torna in mano alla giudice titolare. La supplente aveva scarcerato gli indagati

A decidere se disporre un incidente probatorio sulla cabina della funivia del Mottarone precipitata il 23 maggio scorso sarà un altro giudice.

Strage in funivia al Mottarone. Via la gip che ha liberato Nerini e Perocchio. Il caso torna in mano alla giudice titolare. La supplente aveva scarcerato gli indagati

Sulla tragedia del Mottarone cambia gip. A decidere se disporre un incidente probatorio sulla cabina della funivia precipitata il 23 maggio scorso, uccidendo 14 persone, sarà un giudice diverso da quello che ha rimesso in libertà due dei tre indagati. E si scopre così che il gip delle scarcerazioni era il gip supplente, essendo il titolare quello che deciderà ora sull’accertamento irripetibile. Una vicenda su cui si sta consumando l’ennesimo braccio di ferro tra accusa e difese.

IL PROVVEDIMENTO. Il presidente del Tribunale di Verbania, Luigi Maria Montefusco, ha riassegnato il procedimento sulla tragedia del Mottarone al gip Elena Ceriotti, “titolare per tabella del ruolo”. Un provvedimento dal quale si scopre che il gip Donatella Banci Buonamici, che ha disposto le scarcerazioni, o meglio che non ha convalidato i fermi e ha negato per due indagati misure cautelari, era gip supplente essendo la collega assente.

L’esonero dalle funzioni del giudice Ceriotti è cessato lo scorso 31 maggio e il gip è rientrata in servizio. Relativamente alla richiesta di incidente probatorio avanzata dalla difesa di Gabriele Tadini, il capo servizio della funivia del Mottarone agli arresti domiciliari per l’incidente, il presidente Montefusco ha inoltre precisato che “il giudice assegnatario del procedimento, si sarebbe dovuto individuare, in caso di assenza o impedimento del gip titolare, in via gradata” tra gli altri giudici dell’ufficio, escludendo il presidente Donatella Banci Buonamici.

Il giudice Banci, all’indomani dei fermi, con un provvedimento si era assegnata il fascicolo della collega Ceriotti, che era stata esonerata per un periodo con l’obiettivo di consentirle di smaltire il carico di lavoro arretrato. Ma per Montefusco “tale assegnazione, se giustificata per la convalida del fermo, non è conforme alle regole di distribuzione degli affari e ai criteri di sostituzione” dei magistrati dell’ufficio gip-gup, come precisato nell’atto trasmesso al presidente della Corte d’Appello, al procuratore generale e al Consiglio giudiziario di Torino, oltre che alla Procura e all’Ordine degli avvocati di Verbania. Una scelta che non convince la difesa.

“È un provvedimento anomalo. Non è mai capitato che durante una partita venga cambiato l’arbitro nonostante tutti riconoscano abbia operato bene”, ha affermato l’avvocato Pasquale Pantano, legale dell’indagato Luigi Nerini, il titolare della Funivia del Mottarone. “Non si è mai visto un provvedimento del genere. è la prima volta che non per un valido impedimento ma per un problema tabellare sia sostituito un giudice di un procedimento in corso”, gli ha fatto eco l’avvocato Marcello Perillo, difensore di Tadini. Perplessità infine sono state espresse anche da Alberto De Sanctis, presidente della Camera penale del Piemonte occidentale.

NERVI TESI. La Procura di Verbania chiederà oggi al Riesame di annullare il provvedimento con cui il gip Banci Buonamici lo scorso 29 maggio ha rigettato la richiesta di misura cautelare per Nerini e per Enrico Perocchio, l’ingegnere direttore di esercizio. Il giudice ha disposto i domiciliari solo per Tadini, che ha raccontato dell’uso dei “forchettoni” per aggirare i problemi che presentava la cabina numero 3, quella poi precipitata. Per gli inquirenti e gli investigatori una scelta che sarebbe stata “condivisa” dai tre indagati. L’incidente probatorio infine, secondo i pm, se fatto subito “pregiudicherebbe in modo irreversibile lo svolgimento delle attività di indagine”.