Sulla fiducia a Draghi, dal Movimento si aprono spiragli. Dal Consiglio nazionale dei 5 Stelle emerge che se arriveranno risposte dal premier, allora la crisi potrebbe rientrare

Sulla fiducia a Draghi dal Movimento si aprono spiragli. Il Consiglio nazionale chiede risposte al premier e la crisi sarà un ricordo

Sulla fiducia a Draghi, si aprono spiragli nel Movimento 5 Stelle che – se riceverà le dovute rassicurazioni sull’azione di governo – potrebbe decidere di far rientrare la crisi.

Questo l’orientamento prevalente che sarebbe emerso dal Consiglio nazionale M5S, durato cinque ore per discutere la strategia da portare avanti nel corso di questa fase politica. Al momento, secondo fonti ben informate, sarebbe stata messa in standby l’ipotesi di dare la parola agli iscritti su Skyvote per votare in merito alla fiducia a Draghi e starebbe prevalendo la linea dei cosiddetti governisti.

Sulla fiducia a Draghi, arriva un’apertura dal Consiglio nazionale M5S

Nel Consiglio nazionale, presieduto dal leader Giuseppe Conte, non sono mancati momenti di tensione. Del resto tra i pentastellati continua il confronto serrato tra l’ala governista del Movimento, la quale chiede prudenza in questa fase delicata, e i più intransigenti che invece si sentono già fuori dalla maggioranza.

Che le sensibilità e le differenze siano tante, lo si capisce proprio dal fatto che al momento non è stata presa alcuna decisione definitiva e che per cercare una linea il più condivisa possibile, l’Assemblea congiunta dei parlamentari M5S è stata più volte rimandata ed è già stato annunciato che inizierà questa sera e proseguirà anche domani.

Del resto proprio durante l’Assemblea il nodo su come comportarsi dovrà necessariamente essere sciolto perché il tempo, in vista del discorso alle Camere di Draghi di mercoledì, è quasi scaduto. Proprio per questo, stando a quanto trapela, Conte intende confrontarsi in modo franco con tutti i parlamentari per poi trarre le dovute conclusioni.

Botta e risposta tra il Movimento e Insieme per il futuro

Nel frattempo e come accade ormai da giorni, Luigi Di Maio attacca i suoi ex colleghi di partito per aver provocato, a suo dire, una crisi politica immotivata. Il ministro ha detto che l’addio al governo era “pianificato da mesi”. “Quello che vediamo oggi non è più il Movimento 5 Stelle, che negli anni ho contributo anche a creare” perché, secondo lui, è diventato “il partito di Conte”.

Riguardo alla crisi ha detto che la maggior parte dei partiti è convinto che Mario Draghi debba andare avanti e per questo è necessario che tutte le forze politiche mostrino “maturità” e ritrovino l’unità. Insiste il ministro degli Esteri in un’intervista a Politico. Lo stesso spiega che “ora i russi stanno festeggiando per aver fatto cadere un altro governo occidentale” perché, secondo lui, “ora dubito che potremo inviare altre armi” all’Ucraina.

“Lo chiama ‘partito di Conte’ chi dà un peso solo alla leadership. Ma il nome di questa grande comunità democratica, in cui tutti sono preziosi, è Movimento 5 stelle. Un M5s che esiste eccome e che resiste ai giochi di palazzo con la forza dei valori e delle idee”. Lo scrive su Twitter la capogruppo del Movimento al Senato, Mariolina Castellone, rispondendo a distanza alle accuse di Di Maio.

Le minacce del Pd, con la rottura è addio all’alleanza con M5S

“Le primarie il 23 si faranno ma riguardano la Regione Sicilia. Poi bisognerà interrogarsi sulle elezioni politiche”. Intervenendo a Sabato Anch’io su Radio 1 Rai, la capogruppo del partito democratico alla Camera Debora Serracchiani risponde così alla domanda se l’atteggiamento dei 5 Stelle sul governo Draghi possa far finire l’alleanza tra i due partiti già dalle prossime elezioni amministrative.

In questo momento, spiega “stiamo cercando di ottenere l’obiettivo che interessa al Paese, far continuare questo governo. Stiamo cercando di convincere tutti a un responsabile sì alla fiducia mercoledì”.

Più diplomatico il segretario dem Enrico Letta che prova ancora a mediare. “Sono sicuro che ci siano le condizioni per continuare il lavoro e l’Italia e gli italiani vogliono questo. I politici devono interpretare il volere degli italiani, che non vogliono una crisi al buio, ma un governo che lavori e che dia risposte ai grandissimi problemi dell’inflazione e quelli portati da questa situazione internazionale” spiega il leader del Pd.

Per questo, conclude Letta, “voglio lanciare un forte appello a tutte le forze politiche che hanno sostenuto, con grandi risultati positivi, il governo Draghi” affinché “non si interrompa”, “un percorso di nove mesi che è importante per completare tutte le riforme che sono in cantiere”.

Forza Italia spinge per il Draghi bis ma senza i pentastellati

Mentre il Pd prova a ricucire lo strappo, Forza Italia starebbe lavorando per trovare una nuova maggioranza per il Draghi bis. A lasciarlo intendere Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, ha tuonato: ”Provocare una crisi di governo in un momento così complicato a livello nazionale e internazionale è veramente da irresponsabili. Tutto ciò che di negativo accade e accadrà è responsabilità esclusiva del Movimento 5 Stelle”.

“Noi abbiamo le idee molto chiare, non possiamo continuare a governare con i cinque stelle, la nostra presenza è alternativa alla loro. Se non ci sarà un altro governo Draghi senza i cinque stelle si tornerà a votare” ha concluso Tajani.