L'Editoriale

L’idea che manca di Paese

Messa la parola fine a una legislatura nata male, ora la scommessa sta nel dare stabilità al Paese. Ma è un bel rompicapo per tutti.

Messa la parola fine a una legislatura nata male per la legge elettorale voluta dai renziani con l’unico fine di non far governare i 5 Stelle, ora la scommessa sta nel dare stabilità al Paese scegliendo i prossimi parlamentari con l’handicap dello stesso sistema.

Un bel rompicapo per tutti, in quanto a destra il campo largo obbliga Salvini e Berlusconi a inventarsi qualcosa, magari l’ennesimo matrimonio per gioco di Silvio, per non consegnarsi alla Meloni. Stessa cosa a sinistra, dove però lo strappo di Conte su Draghi ha incrinato non poco i rapporti col Pd.

Mentre al centro ci vorrà pelo sullo stomaco per unire i tanti capetti che ci stanno. Al di là delle alleanze che vedremo nei prossimi giorni, quello che farà la differenza sarà l’idea di Paese che ci proporranno.

Il modo in cui si è arrivato alla caduta di Draghi ha mostrato due poli: da una parte il partito unico del Pil, dal Pd alla Lega e FI, qui in sintonia con la Meloni, in trincea per conservare le poltrone e destinare tutte le risorse pubbliche possibili ai soliti noti, e l’altro disposto a togliere il disturbo per dare aiuto alla povera gente e proseguire nella transizione ecologica.

Queste sono le vere differenze nella politica italiana, non le magliette di partito, e questo spiega perché destra e sinistra litigano su tutto per poi trovarsi uniti nel dare addosso ai 5S, che comunque andranno le prossime elezioni resteranno nella storia anche per aver fatto partire la slavina che ha travolto un governo solo per salvare quel poco che resta del welfare nel nostro Paese.