Letta regola i conti con i renziani. Fuori Lotti, Ceccanti e Di Giorgi. Clima da redde rationem, volano gli stracci al Nazareno. La Cirinnà prima rinuncia a correre e poi ci ripensa

Letta regola i conti con i renziani. Fuori Lotti, Ceccanti e Di Giorgi. Clima da redde rationem, volano gli stracci al Nazareno

Pochi volti nuovi, tante riconferme ma anche altrettanti addii e malumori. Non c’è pace per il Pd di Enrico Letta che più si avvicina alle elezioni del 25 settembre e più appare in difficoltà. Del resto in queste ore sul segretario dem sono piovute aspre critiche da parte di quanti non sono stati candidati, con particolare accento da parte degli ex fedeli di Matteo Renzi convinti che sia in corso una ‘vendetta’ nei confronti  dell’ex segretario del Pd.

“Volevo ricandidare tutti gli uscenti ma era impossibile, quattro anni fa il metodo di chi faceva le liste era: ‘faccio tutto da solo’. Potevo imporre i miei ma ho cercato di comporre un equilibrio, perché il partito è comunità”, ha provato a spiegare Letta. Lo stesso ha poi detto di aver “chiesto personalmente sacrifici ad alcuni e mi è pesato tantissimo”.

 Il valzer

Sfogliando le liste, tra chi ha il posto blindato spicca la capogruppo della Camera, Debora Serracchiani, scelta come capolista alla Camera nel primo collegio plurinominale della circoscrizione Piemonte 1. Nel secondo collegio il capolista è Mauro Berruto, ex ct della Nazionale di volley maschile e responsabile Sport Pd. Per quel che riguarda il Senato capolista su Piemonte 1 Anna Rossomando mentre nel Piemonte 2 capolista è Enrico Borghi. Negli uninominali c’è il deputato uscente Andrea Giorgis.

Nel primo collegio della circoscrizione Lombardia 1 il capolista è il segretario Letta, seguito da Lia Quartapelle e dall’ex candidato segretario Gianni Cuperlo. In Lombardia 4, collegio unico, capolista è il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Al Senato come capolista nel secondo proporzionale c’è Carlo Cottarelli. La capogruppo al Senato Simona Malpezzi, è stata blindata come  capolista nel terzo collegio.

Nodi da sciogliere per Letta

Più complicata la posizione degli altri due candidati agli uninominali lombardi, quello di Sesto San Giovanni dove correrà il deputato Emanuele Fiano, e quello di Cologno Monzese, in cui corre il senatore Tommaso Nannicini, che sondaggi alla mano rischiano di restare fuori dai giochi per via del forte vantaggio del Centrodestra. In Veneto, nel primo plurinominale della circoscrizione Veneto 1 la capolista per la Camera è Rachele Scarpa, ossia una delle quattro under 35 scelte da Letta, seguita da Piero Fassino.

Alessandro Zan è stato scelto come capolista nel collegio di Padova della circoscrizione Veneto 2; nel secondo c’è il segretario Letta; nel terzo la deputata uscente Alessia Rotta. Al Senato la capolista nel collegio occidentale è ancora la Lorenzin mentre in quello orientale Andrea Martella. In Friuli-Venezia Giulia capolista per la Camera è la Serracchiani mentre al Senato c’è la senatrice uscente Tatjana Rojc.

Gli altri candidati

In Liguria capolista per la Camera il ministro del Lavoro Andrea Orlando. In Emilia-Romagna nel plurinominale di Piacenza e Reggio Emilia a sorpresa la capolista per la Camera è l’ex ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli, in quello di Modena e Bologna la scelta è ricaduta sulla vicepresidente della Regione Elly Schlein.

Al Senato nel collegio occidentale il capolista è Graziano Delrio mentre sta facendo molto discutere l’uninominale blindato di Bologna che è stato assegnato a Pier Ferdinando Casini. Nel plurinominale 1 della Toscana per la Camera la capolista è la sottosegretaria allo Sviluppo economico Anna Ascani, nel plurinominale 2 Laura Boldrini, nel 3 Simona Bonafé. Fa discutere, sempre in Toscana, la conferma nell’uninominale di Livorno dell’ex capogruppo Andrea Marcucci, da sempre ritenuto un renziano di ferro.

Ritorni e polemiche

Nella circoscrizione Lazio 1, per la precisione al plurinominale 1 per la Camera, è capolista il governatore del Lazio Nicola Zingaretti; nella circoscrizione Lazio 2 Marianna Madia. Altro nome che ha fatto discutere è quello dell’ex segretaria della Cisl, Annamaria Furlan, che correrà sempre nel Lazio ma che tempo fa è finita al centro di un’inchiesta giornalistica della trasmissione tv Le Iene.

Il nome della sindacalista – in aggiunta a quello di Cottarelli – secondo molti è la prova di come il Pd stia cambiando pelle allontanandosi sempre più dalle posizioni di Centrosinistra. Nell’uninominale delle Marche designata la deputata Alessia Morani che però ha rinunciato. Nel plurinominale 1 di Napoli il capolista è il ministro Roberto Speranza mentre al Senato capolista nel collegio 1 campano c’è il ministro Dario Franceschini.

In Puglia come capolista nel plurinominale 1 al Senato scelto l’ex ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. Capolista al Senato per il collegio Europa c’è il virologo Andrea Crisanti.

Volano gli stracci nel Partito democratico e contro Letta

Ufficializzate le candidature, non sono tardate ad arrivare reazioni stizzite. Prima tra tutte quella di Monica Cirinnà, proposta per il collegio 4 del Lazio, che prima ha rilasciato dichiarazioni al vetriolo dicendo di voler rinunciare alla candidatura in un seggio considerato perdente e dopo ha fatto dietrofront.

“Il partito nazionale ha deciso di darmi uno schiaffo, mettendomi in un collegio uninominale dato perdente dai sondaggi, difficile, senza paracadute e senza che io lo sapessi”, ma “farò questa battaglia per salvare l’Italia da una destra oscurantista e dai fascisti”. Secondo la senatrice dem, ad ogni modo, quanto accaduto dimostra che “siamo di fronte a una gestione sia degli accordi, che delle liste, che della gestione delle candidature a dir poco pessima. Ci troviamo con degli alleati che ora sono diventati nemici, insieme a degli alleati che poco portano in termini di valore aggiunto al centrosinistra”.

Non meno dura la reazione di Luca Lotti, ex renziano di ferro, che non è stato neanche candidato. L’ex ministro dello sport del governo Renzi ha spiegato che questa è stata una “scelta politica, nessuno non si nasconda dietro a scuse vigliacche”. “Il segretario del mio partito ha deciso di escludermi dalle liste per le prossime elezioni politiche. Mi ha comunicato la sua scelta spiegando che ci sono nomi di calibro superiore al mio. Confesso di non avere ben capito se si riferiva a quelli che fino a pochi mesi fa sputavano veleno contro il Pd e che oggi si ritrovano quasi per magia un posto sicuro nelle nostre liste” ha concluso Lotti.