Il Partito socialista del premier uscente Edi Rama si conferma in testa alle elezioni legislative in Albania, aprendo la strada a un quarto mandato consecutivo. I risultati parziali indicano che i socialisti hanno ottenuto tra il 49% e il 52,5% dei voti, assicurandosi almeno 85 seggi sui 140 del Parlamento. Il principale sfidante, Sali Berisha, alla guida del Partito democratico (PD) in coalizione con il Partito della libertà, si ferma intorno al 32-34%, segnando un arretramento rispetto alle elezioni del 2021.
Al terzo posto, il Partito socialdemocratico (circa 4%), seguito da nuove forze politiche come Iniziativa Albania (3,4%) e Mundësia (2,6%), che testimoniano un crescente pluralismo politico. Per la prima volta hanno potuto votare anche gli albanesi residenti all’estero: la Commissione elettorale ha ricevuto circa 195mila schede su 246mila registrazioni, e il voto della diaspora si è mostrato più favorevole all’opposizione (43,9% per il PD contro 42,7% per il PS).
Albania, Edi Rama trionfa e si conferma premier per il quarto mandato consecutivo
La campagna di Rama ha puntato sul rafforzamento del percorso verso l’adesione all’Unione europea, dopo l’apertura dei primi capitoli negoziali nell’ottobre 2024. Una prospettiva fortemente sostenuta dalla popolazione: l’80% degli albanesi è favorevole all’ingresso nell’UE. Al centro del programma anche gli investimenti infrastrutturali, come l’aeroporto internazionale di Valona e il porto commerciale di Durazzo, destinati a rilanciare l’economia. Le previsioni vedono il PIL in crescita del 3,9% nel 2024 e del 3,7% nel 2025.
L’opposizione, guidata dall’ottantenne Berisha, ha invece puntato su una piattaforma economica liberale, con flat tax al 10%, IVA al 15% e sgravi per le piccole imprese. Nonostante ciò, il centrodestra esce ridimensionato anche per le divisioni interne e le inchieste giudiziarie che hanno colpito alcuni suoi esponenti.
Le sfide per Rama non mancano: dalla lotta all’emigrazione giovanile alla necessità di ridurre le disuguaglianze territoriali, passando per la modernizzazione del mercato del lavoro e il contrasto all’economia informale, che coinvolge quasi il 30% degli occupati. Il nuovo mandato si preannuncia centrale per definire il futuro europeo e socioeconomico dell’Albania.