Ha auto-sospeso la propria auto-sospensione. Parliamo di Enrico Pazzali, il manager che ieri è tornato a sorpresa alla guida di Fondazione Fiera Milano. L’uomo di Fontana, coinvolto nella scandalo sui dossieraggi degli spioni della società Equalize (della quale era proprietario), ha infatti comunicato ieri la revoca dell’auto-sospensione da presidente dell’ente ed è tornato in carica, con tutte le deleghe operative, almeno fino all’approvazione del bilancio, atteso fra circa un mese e fino alla data naturale della scadenza del suo mandato, il 30 giugno.
Indagato, si era auto-sospeso
Pazzali si era auto-sospeso dalla Fondazione dopo gli arresti di alcuni suoi collaboratori il 25 ottobre 2024, fra cui l’ex superpoliziotto Carmine Gallo (morto il 9 marzo) e l’informatico di Equalize, Samuele Calamucci. Il gip di Milano, Fabrizio Filice, aveva respinto per lui la richiesta di arresti domiciliari. Contro quell’ordinanza la Procura di Milano ha presentato appello al Tribunale del Riesame, chiedendo di mettere ai domiciliari il manager indagato per associazione a delinquere.
Per i pm Pazzali era il “capo” degli spioni di via Pattari
Per i pm, infatti, Pazzali deve essere arrestato, anche perché era il “capo” del gruppo e c’è anche il pericolo che possa “acquisire informazioni segrete relative alle indagini a proprio carico”, entrando in chat e mail degli investigatori “sulle quali scorrono” dati ed elementi dell’inchiesta. E ciò grazie ai “servizi illeciti offerti” da Gabriele Pegoraro, anche lui indagato e “a piede libero”, o da altri hacker.
A oltre 7 mesi di distanza ancora non è arrivata la decisione dei giudici, che sarebbe comunque ricorribile per Cassazione.
Le proteste per il ritorno di Pazzali in Fiera Milano
Il suo ritorno ha destato stupore e proteste: “Il ritorno di Pazzali, nel silenzio del Presidente Attilio Fontana è un qualcosa di inquietante”, commenta il capogruppo M5s in Regione Lombardia, Nicola Di Marco, “Assistere al desolante spettacolo di un’istituzione regionale che gira volontariamente la testa dall’altra parte, di fronte a una situazione quantomeno anomala, che avrebbe invece il dovere di governare, lascia aperto il campo a retro pensieri che invece dovrebbero essere spazzati via dalla trasparenza e da prese di posizioni chiare. Cosa che purtroppo, Fontana non sembra intenzionato a fare”.
Il dem Majorino: “Fontana sembra sotto ricatto”
Ancora più tranchant il capogruppo dem al Pirellone, Pierfrancesco Majorino: “È incredibile e inaccettabile che Pazzali torni ad esercitare i poteri di presidente di Fondazione Fiera, il tutto nel più totale silenzio di Fontana, che lo ha nominato. Eravamo sconcertati dal fatto che non si fosse dimesso, solo autosospeso, ma non immaginavamo che avrebbe avuto il coraggio di tornare serenamente al suo posto”.
“Speriamo – aggiunge – che abbia almeno la buona creanza di non pretendere buonuscite e magari gli arretrati. Fontana non può stare a guardare, i vertici vanno azzerati e Fondazione Fiera deve avere presto un nuovo presidente per uscire dallo stallo a cui l’immobilismo di Fontana l’ha costretta. Fontana la cui posizione va chiarita. Perché è così succube di Pazzali? Sembra essere sotto ricatto”.