La battaglia sul salario minimo non è finita

Movimento 5 Stelle, Pd, Avs e Azione al Senato rilanciano la proposta di legge sul salario minimo di Giuseppe Conte

La battaglia sul salario minimo non è finita

Al Senato i gruppi di Pd, M5S, Avs e Azione hanno presentato due emendamenti alla legge delega sui salari e sull’equa retribuzione, per cancellare il provvedimento e per riproporre la proposta unitaria sul salario a prima firma del presidente del M5S, Giuseppe Conte.

“Checché ne dicano Giorgia Meloni e i suoi ventriloqui, in Italia c’è un’emergenza salari che non si risolve con la sterile propaganda. Ecco perché al Senato prosegue la nostra battaglia per l’introduzione del salario minimo. Poc’anzi in 10a commissione sono stati depositati due emendamenti, che portano la mia firma e quella dei colleghi di Pd, Avs e Azione. Emendamenti con cui chiediamo di cancellare dal provvedimento in discussione l’inutile delega in bianco al Governo che, con un colpo di mano, la maggioranza ha introdotto alla Camera e riproponiamo il testo della pdl unitaria a prima firma del presidente Giuseppe Conte”, ha affermato in una nota il capogruppo del M5S al Senato Stefano Patuanelli.

Le opposizioni: si ritorni alla proposta di legge di Conte

“Fissare un salario minimo per legge è un tema su cui abbiamo dalla nostra parte la maggioranza degli italiani. Fra di loro ci sono anche molti cittadini che nel 2022 hanno votato FdI, Lega o FI credendo alle loro promesse da campagna elettorale, tutte puntualmente tradite. Vedremo se, davanti a un crollo del potere d’acquisto senza precedenti e a un Paese che ha tra i salari più bassi d’Europa, Meloni&Co. ritroveranno un briciolo di senno. Cara Giorgia, non è mai troppo tardi”, ha concluso il senatore pentastellato.

La delega sull’equa retribuzione, approvata oltre un anno fa alla Camera e poi arenatasi in Senato, ha interamente sostituito la proposta di legge delle opposizioni sul salario minimo.

La battaglia sul salario mininimo non si ferma qui

“Il Governo Meloni parla di crescita economica mentre c’è una drammatica emergenza salari che la destra non vuole vedere. Milioni di lavoratrici e lavoratori continuano a percepire stipendi da fame. Il Salario minimo è sempre più necessario per aumentare le retribuzioni ai lavoratori e lavoratrici italiani. In Italia esiste un sottobosco di illegalità, lavoro nero e di sfruttamento dei lavoratori. L’unico modo per garantire a tutti una giusta retribuzione è il Salario minimo legale, il minimo vitale. Nel nostro paese la riduzione delle diseguaglianze retributive non è più rinviabile. Serve la volontà politica per restituire dignità al lavoro. Volontà che il governo Meloni non ha”, ha detto Tino Magni, senatore di Avs.