Dossieraggio contro Salis e corruzione: bufera sull’ex assessore comunale di Genova Gambino (FdI)

Oltre alla corruzione, l'ex assessore genovese Gambino avrebbe passato a La Verità un falso verbale contro l'allora candidata sindaca Silvia Salis

Dossieraggio contro Salis e corruzione: bufera sull’ex assessore comunale di Genova Gambino (FdI)

Dossieraggio contro l’allora candidata (e oggi) sindaca del campolargo, Silvia Salis; pestaggi di persone fermate; supposta corruzione da parte di almeno quattro imprenditori al fine di ottenere agevolazioni, in cambio di regali e appoggi elettorali.

Nel mirino l’ex assessore FdI Gambino

È la (rapida) sintesi della nuova bufera che si è abbattuta sulla Liguria, dopo la defenestrazione dell’ex governatore Toti. Epicentro, questa volta, non la Regione, ma il Comune di Genova, giunta Marco Bucci, dove ieri Polizia e GdF hanno effettuato numerose perquisizioni.

Il nome di peso nel mirino dei pm è quello dell’ex assessore comunale alla Polizia locale Sergio Gambino, oggi consigliere comunale di Fratelli d’Italia, indagato per corruzione.

La corruzione

Diversi i filoni d’indagine: il primo affidato alla pm Arianna Ciavattini, riguarda un’ipotesi di corruzione e vede indagato, oltre Gambino, anche sua moglie e quattro imprenditori. Tra questi Luciano Alessi, attivo nel settore delle residenze per anziani e dell’accoglienza ai migranti e Artur Marashi, titolare di Sicurart, già processato e assolto per le presunte estorsioni ai danni del Genoa e dell’allora presidente Enrico Preziosi.

La procura sta indagando sulla “trattazione di pratiche amministrative inerenti i settori dei pubblici spettacoli, della viabilità, del trasporto pubblico nonché nell’affidamento di contratti pubblici relativi all’assistenza residenziale e accoglienza di persone appartenenti a categorie socialmente vulnerabili, in particolare migranti, e tra questi i minori stranieri non accompagnati, a fronte della corresponsione (o relativa promessa) di denaro, utilità varie, nonché di un sostegno elettorale”.

I pestaggi della Polizia locale

Sempre in questo filone rientrano le indagini anche su presunti “reati di falsità ideologica in verbali e atti destinati alla autorità giudiziaria e di lesioni aggravate, che si ritengono commessi in occasione dell’accompagnamento negli uffici di Polizia Locale di persone controllate o arrestate, nonché di peculato di somme di denaro di un modesto quantitativo di droga leggera che allo stato si ritengono essere stati sottratti in occasione di perquisizioni e controlli, contestati ad alcuni operatori della Polizia Locale, appartenenti al Reparto Sicurezza Urbana“. Tra gli episodi al vaglio degli investigatori, anche tre pestaggi, uno commesso ai danni di un minorenne.

Il dossieraggio contro Salis

Il secondo filone d’indagine è politico e riguarda la rivelazione di segreto d’ufficio e vede indagati lo stesso Gambino e il comandante della polizia locale Gianluca Giurato, accusati di avere diffuso informazioni relative all’incidente dello scorso anno, che aveva visto coinvolta la candidata sindaca Salis.

Il verbale contro la candidata del centrosinistra

Alla vigilia delle elezioni comunali destò scalpore un articolo de La Verità secondo cui Salis, all’epoca vicepresidente vicaria del Coni, avrebbe investito una donna sulle strisce pedonali. L’accusa, rivelatasi poi falsa, era che Salis sarebbe passata con il semaforo rosso, tesi smentita dal verbale che accertava il passaggio con il verde.

Le reazioni

“Quanto sta emergendo sul presunto dossieraggio ai danni di Silvia Salis durante la campagna elettorale è, se confermato, un fatto politicamente gravissimo. Pur nel pieno rispetto del lavoro della magistratura, cui spetta accertare eventuali rilievi penali, ciò che emerge è una dinamica che va condannata con forza sul piano politico e istituzionale”, ha dichiarato Armando Sanna, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale della Liguria.

Pirondini: “Meloni non può tacere, condanni l’accaduto”

Di un episodio “gravissimo e inquietante” parla invece il senatore M5S Luca Pirondini, “secondo la Procura, dietro la pubblicazione di un fatto di cronaca risalente a un anno prima e uscito solo a ridosso del voto per le comunali, ci sarebbe stato un disegno politico volto a colpire Salis. Ci sarebbe stata cioè una sorta di attività di dossieraggio, con atti secretati passati ai giornalisti da un comandante della Polizia municipale e un ruolo chiave giocato da un ex assessore di Fratelli d’Italia. Attendiamo ovviamente che la magistratura faccia piena luce, ma è chiaro che siamo di fronte ad accuse di una gravità estrema. Ci rivolgiamo a Giorgia Meloni e a Fratelli d’Italia: non ritenete necessario prendere subito una posizione e adottare provvedimenti? Su un’accusa così pesante, non si può tacere”.