Caso Mazzoleni, tra sindaci e maggioranze tutto tace: no comment da Sala e Lo Russo. Intanto spunta il secondo progetto firmato da GO fit a Torino

No comment all'articolo de La Notizia sul caso Mazzoleni. Il capogruppo M5S a Torino, Russi: "Problema di opportunità istituzionale"

Caso Mazzoleni, tra sindaci e maggioranze tutto tace: no comment da Sala e Lo Russo. Intanto spunta il secondo progetto firmato da GO fit a Torino

Silenzio. “Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo non vuole commentare”. Idem l’amministrazione di Milano, dove il silenzio arriva in primis dall’assessora allo Sport di Palazzo Marino, Martina Riva. E sì che invece da commentare sulla vicenda dell’architetto Paolo Mazzoleni – progettista della piscina privatizzata Lido per la multinazionale GO fit a Milano e assessore all’Urbanistica nel capoluogo piemontese (dove GO fit sta costruendo un maxi-centro sportivo su un’area pubblica) – ce ne sarebbe. Anche se, ripetiamo, che Mazzoleni svolga attività professionale a Milano per una società che è invece chiamato a controllare a Torino, come assessore, è un atto che non viola alcuna norma, sebbene ponga importanti questione etiche e politiche.

Se poi ci si aggiunge che Mazzoleni risulta indagato in quattro inchieste sull’urbanistica dalla procura di Milano, i temi abbondano. Invece dai palazzi filtra solo un pesantissimo “no comment” dopo l’articolo de La Notizia. Sui social e tra le opposizioni, soprattutto torinesi, invece, è tutta un’altra musica.

“Su Mazzoleni un evidente problema di opportunità istituzionale”

“Oggi si apprende che lo studio dell’architetto Paolo Mazzoleni avrebbe ricevuto incarichi da GO Fit per il progetto del Lido di Milano, mentre a Torino l’assessore Mazzoleni ha firmato atti che aprono alla stessa multinazionale importanti investimenti urbanistici”, dichiara Andrea Russi, capogruppo M5s al Comune di Torino, “Se tutto ciò fosse confermato, saremmo di fronte a un evidente problema di opportunità istituzionale, con possibili profili di conflitto di interessi”.

“Il sindaco Lo Russo chiarisca subito se era a conoscenza di questa situazione e, in caso affermativo, perché non è stata richiesta l’astensione dell’assessore”, continua Russi, per il quale “sarebbe più che opportuna la pubblicazione integrale dei contratti tra GO Fit e lo studio Mazzoleni”.

Il secondo progetto di GO fit a Torino annunciato da Mazzoleni

Ma Russi aggiunge un nuovo particolare alla vicenda: “Da oltre un mese attendo risposta a una mia richiesta di accesso agli atti sul progetto ex Moi. Solo pochi giorni fa, La Stampa ha parlato della “rinascita” dell’area proprio a opera di GO Fit, con un progetto da 21 milioni di euro per realizzare piscine, sale fitness e una ludoteca per bambini”.

Così si apprende che Mazzoleni poche settimane fa, per sua stessa ammissione, aveva dichiarato di aver ricevuto una manifestazione di interessi dalla multinazionale spagnola (alla quale a Milano fornisce servizi professionali dal 2020) per riqualificare in chiave sportiva le arcate di un quartiere eredità delle Olimpiadi del 2006: oltre 15 mila metri quadrati da rifunzionalizzare.

“Resta grave che a oltre un mese dalla richiesta degli atti non sia pervenuta alcuna risposta: un silenzio che oggi appare ancora più difficile da giustificare”, aggiunge Russi, “Se i chiarimenti non saranno soddisfacenti, valuteremo l’invio del fascicolo ad Anac e agli organi di controllo competenti.

L’ex assessore Iaria: “Se fosse accaduto a noi, saremmo stati convocati da mezza città”

“Se tutto questo fosse accaduto con Chiara Appendino sindaca e il sottoscritto assessore all’urbanistica, saremmo già stati convocati da mezza città per spiegazioni, interrogazioni, indagini e articoli di fuoco”, dice invece Antonino Iaria, ex assessore all’Urbanistica di Appendino, “Invece oggi, con altri al governo della città, tutto tace. Silenzio dalla politica sia di destra che di sinistra, silenzio dalla stampa locale. Due pesi e due misure?”.

Ma il giudizio di Iaria è negativo sull’intero operato di Mazzoleni, catapultato nel 2021 a Torino e da allora difeso dal sindaco dem a spada tratta, nonostante le tante vicissitudini giudiziarie: “Al di là delle vicende giudiziarie di Mazzoleni, il mio giudizio è tutto politico e riguarda il suo operato: praticamente inesistente. Quasi Tutti i cantieri che oggi vediamo in città sono figli della passata amministrazione. C’è poco di nuovo. Anzi, il vero colpo di freno è stato aver bloccato l’iter del Piano Regolatore, strumento fondamentale per lo sviluppo urbano. Questo immobilismo ha prodotto un danno enorme a Torino”.

A Milano zitti tutti, tranne il dem Gentili

Ma, se almeno a Torino qualcuno parla, a Milano il muro di gomma sull’operato della giunta è pressoché totale.  A partire da consiglieri comunali e graduati del Pd (un commento del sindaco Beppe Sala non se lo aspettava nessuno, in realtà). Solo l’ex consigliere comunale e membro del Comitato Antimafia del Comune, David Gentili, ha voluto rompere il silenzio con un posta su Facebook: “Un assessore non può avere incarichi con la stessa società con cui ha esercitato poteri negoziali e autorizzativi, oppure per la quale ha partecipato a eventi decisori. La vicenda descritta da La Notizia che riguarda le piscine milanesi e l’attuale assessore all’urbanistica di Torino Paolo Mazzoleni, è assolutamente da approfondire”.

Una vicenda che per Gentili “genera immediato disagio e fastidio. Soprattutto perché riguarda la tua città e una persona eletta nel tuo partito. Sono necessari chiarimenti immediati e dettagliati”, ha aggiunto. Da solo.

Monguzzi: “Povera Milano”

“L’intreccio tra pubblico e privato, tra controllori e controllati scoperchiato da La Notizia fa il paio con la situazione disastrosa delle piscine”, dice invece il verde Carlo Monguzzi, “Lido e Scarioni cedute al privato, Caimi riaperta ma subito richiusa, Argelati nessun privato l’ha voluta e ora giace abbandonata, poche funzionano e invece dovrebbero rappresentare un importante servizio pubblico.
Povera Milano”, conclude.