Per Donald Trump il vertice Nato è stato “fantastico”, “un grande successo”. Il presidente degli Stati Uniti, in effetti, ha ottenuto tutto ciò che voleva, con gli alleati che si sono piegati alla sua volontà e hanno deciso di accettare di raggiungere il 5% del Pil in spese militari.
Le conclusioni del vertice Nato ribadiscono il “ferreo impegno per la difesa collettivo”, gli investimenti del 5% del Pil per la difesa e la sicurezza entro il 2035 e il pieno sostegno all’Ucraina nella guerra contro la Russia, definita “una minaccia a lungo termine”, pur senza condannare l’aggressione di Mosca e non citando neanche l’ipotesi dell’ingresso di Kiev nell’alleanza.
Le conclusioni del vertice Nato, gli alleati si piegano a Trump
Il summit de L’Aja ha riaffermato l’impegno per la difesa collettiva “come sancito dall’articolo 5 del Trattato di Washington: un attacco a uno è un attacco a tutti”. Ribadito, nelle conclusioni, il principio dell’unità di fronte “alle profonde minacce e sfide per la sicurezza, in particolare alla minaccia a lungo termine rappresentata dalla Russia per la sicurezza euro-atlantica e alla persistente minaccia del terrorismo”.
Il punto principale è però quello su cui gli alleati della Nato hanno ceduto in tutto e per tutto alle minacce di Trump: il 5% del Pil di investimenti nella difesa entro il 2035. Questo impegno includerà due categorie: da una parte investimenti per la difesa di almeno il 3,5% del Pil all’anno, con l’impegno a presentare piani annuali per indicare un percorso “credibile e progressivo” per raggiungere questo obiettivo. Dall’altra le spese fino all’1,5% del Pil all’anno per “proteggere le infrastrutture critiche, difendere le reti, garantire la preparazione e resilienza civile”.
L’equilibrio della spesa verrà rivisto nel 2029 sulla base del nuovo contesto globale. L’ultimo passaggio delle conclusioni riguarda l’impegno per supportare l’Ucraina “sovrano e duraturo”. Ma anche su Kiev, gli alleati hanno ceduto a Trump, non inserendo nella dichiarazione conclusiva il riferimento alla condanna alla Russia per l’aggressione ucraina. Anche se il premier britannico, Keir Starmer, garantisce che la posizione della Nato non è cambiata. Infine, resta il giallo della Spagna: il premier Pedro Sanchez dice che Madrid non raggiungerà il 5% di spesa in difesa, ma c’è chi – come la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – sostiene che Sanchez abbia firmato lo stesso impegno degli altri Paesi.