A giorni alterni il ministro degli Esteri e vicepremier, nonché leader di Forza Italia, ritira fuori lo ius scholae. A sentire Antonio Tajani oggi è una priorità, magari domani non lo è più. Sullo ius scholae “io non cambio idea, il capitolo non è chiuso, lo decido io se è chiuso o no, non lo decidono altri”. dice, parlando dal congresso della Cisl. “Certo non è la priorità assoluta”, spiega il ministro, ma è un tema che “riguarda un milione di persone”.
Tira e molla sui diritti di Tajani
Eppure appena dieci giorni fa Pier Silvio Berlusconi aveva fermato la corsa di Tajani sullo ius scholae, affermando che non era una priorità del Paese e aveva costretto il leader di Forza Italia ad accodarsi alle sue parole.
L’impressione è che Tajani ritiri fuori l’argomento ogni volta per sfidare gli alleati che su questo hanno fatto muro.
Muro degli alleati
La Lega ha chiuso ogni spiraglio: “Invitiamo l’amico Antonio Tajani ad archiviare ogni polemica sulla riforma della cittadinanza. Non passerà mai”. Paolo Barelli, capogruppo di FI alla Camera, però alza il tiro. E alla Lega dice: “Ignoranti, leggete la nostra proposta”.
Ha chiuso la questione con poche parole anche la premier. “Penso che sarebbe utile per tutti” concentrarsi “sulle priorità indicate nel programma su cui siamo tutti d’accordo, la cittadinanza non è tra queste”, ha detto Giorgia Meloni.
“Noi ci siederemo al tavolo” sullo ius scholae in Parlamento – aveva replicato a Tajani il leader del M5S, Giuseppe Conte -. Ma se continui a fare dichiarazioni a luglio o ad agosto e poi le ritiri è un teatrino avvilente per questi giovani che ci credono, sei una contraddizione vivente”.