E’ arrivato eri a Palazzo Marino poco prima delle 14.30 e se n’è andato dopo un’ora e mezza Giancarlo Tancredi, l’assessore alla Rigenerazione urbana nei cui confronti la Procura di Milano chiede gli arresti domiciliari per concorso in corruzione, falso e induzione indebita nella gestione dei rapporti con l’ex presidente della Commissione paesaggio, Giuseppe Marinoni, e con la Coima di Manfredi Catella. Senza dire una parola.
È Il secondo faccia a faccia in poche ore tra il sindaco Giuseppe Sala e quello che appare la prima vittima dell’inchiesta sull’urbanistica. Un incontro che però ha lasciato sospesa la situazione dell’ex dirigente 63enne, perquisito mercoledì, e quella dell’intera giunta. All’uscita Tancredi ha dribblato i giornalisti senza spiegare se avesse rassegnato o meno le dimissioni. Nessun commento, nessuna dichiarazione.
Verdi: “Si devono cambiare gli assessori”
Sala, dopo Tancredi, che comunque avrebbe confermato la disponibilità a lasciare l’incarico, ha incontrato le delegazioni di Europa Verde e Pd, che hanno chiesto un netto cambio di rotta. “Per fermare la speculazione edilizia che denunciamo da anni servono atti concreti, non parole. Il primo di questi è fermare la vendita di San Siro”, dichiara il verde Carlo Monguzzi, “Basta con frasi vuote come ‘ci vuole un cambio di passo’. Servono decisioni vere”. Per Monguzzi, è necessario anche un profondo rinnovamento dell’esecutivo: “Non basta sostituire Tancredi, ma serve un ricambio radicale. In giunta ci vogliono assessori nuovi, in discontinuità col passato, che lavorino davvero al servizio dei cittadini”.
Tutto rimandato a lunedì
Ma ogni decisione è rimandata a lunedì, quando l’ex commissario Expo prenderà la parola per la prima volta dal deflagrare dell’inchiesta. Lo farà in aula in Piazza della Scala per riferire ai consiglieri comunali. Dovrà parlare del futuro, politico e non, di Milano e forse anche delle accuse che lo riguardano direttamente su quella che gli inquirenti definiscono “copertura” che avrebbe offerto a Marinoni e ai suoi “conflitti di interesse” con gli operatori immobiliari privati e quelle relative alle “richieste di Boeri e Catella” che il 21 giugno 2023 “minacciavano la ‘rottura’…” senza un voto positivo per il progetto dell’ex Pirellino in commissione.
Schlein conferma l’appoggio a Sala
In mattinata il sindaco aveva incassato il nuovo appoggio della segretaria dem Elly Schlein, che gli ha espresso “vicinanza” e ha sottolineato che il Pd sosterrà l’amministrazione in particolare sulle sfide relative alla casa e alla transizione ambientale, chiedendo però “segnali di innovazione e cambiamento” su questi temi.
“Le notizie sull’indagine di Milano non ci lasciano indifferenti e chiedono attenzione. Anche per noi è importante capire bene i contorni precisi di questa vicenda”, scrive la segretaria Pd, “Abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura, che dovrà accertare se ci sono state delle responsabilità penali individuali. Noi seguiremo con attenzione gli sviluppi. Al contempo ribadiamo che il Pd è al fianco del sindaco Sala e continua a sostenere il lavoro che l’amministrazione farà nei prossimi due anni. Con piena consapevolezza che oggi queste sfide sono diventate più pressanti e urgenti e richiedono segnali di innovazione e cambiamento”, conclude Schlein.
E La Russa continua a martellare
Intanto su Sala continua a sparare a pallettoni il presidente del Senato, Ignazio La Russa: “Il garantismo non c’entra. Io non chiedo le dimissioni per l’azione giudiziaria: la giunta Sala dimostri di avere la maggioranza sull’urbanistica. Se non ha la maggioranza su una linea che per Milano è fondamentale, tragga le conseguenze”.
“Ricordate quando al Senato arrivò quella leggina che volevano votare e che chiamavano ‘Salva Milano’. Io dissi che questo non è un Salva Milano ma un Salva giunta Sala. La legge, dopo quella frase, non passò”, aggiunge La Russa, “Ma non è che non passò perché io ho detto questo. Dietro a quel disegno di legge non c’era la maggioranza di chi sostiene la giunta di Milano. Se non sono d’accordo loro, che hanno la responsabilità di una giunta, non possono sperare di trovare puntelli esterni. Quando io dico che la giunta è inadeguata, non mi riferisco alla situazione giudiziaria. Una maggioranza che non è tale su temi come l’urbanistica a Milano non ha motivo d’esistere. Il Pd è spaccato, più o meno. I verdi contrari e quegli altri così e così”, ha concluso.