Ok del Cdm a nuove carceri e norme per i tossicodipendenti detenuti. Esulta Delmastro e Nordio avverte: “Non è sfoltimento carcerario”

Delmastro e Salvini esultano per le misure in materia carceraria e il voto sulle carriere in Senato. "Giornata storica per la Giustizia" dichiara il sottosegretario

Ok del Cdm a nuove carceri e norme per i tossicodipendenti detenuti. Esulta Delmastro e Nordio avverte: “Non è sfoltimento carcerario”

Tutti i problemi della giustizia italiana sono finiti ieri. Parola del sottosegretario alla Giustizia Andrea del Mastro delle Vedove. “La giornata di oggi segna una svolta storica per la giustizia italiana. Oltre alla separazione delle carriere passata al Senato, il Consiglio dei Ministri ha approvato altri tre provvedimenti fondamentali per restituire dignità alla giustizia italiana: un nuovo piano carceri da oltre 750 milioni per recuperare 10mila posti detentivi; una riforma liberale per garantire la disintossicazione e la rieducazione dei tossicodipendenti; una legge delega per ridisegnare una geografia giudiziaria più vicina alle esigenze dei territori e dei cittadini”, ha proclamato Delmastro.

Che euforico ha poi aggiunto: “Tutte misure epocali che aggrediscono alla radice i problemi atavici della giustizia italiana! Con i provvedimenti di oggi, raccogliamo i frutti di due anni e mezzo di duro lavoro del Governo Meloni, mille giorni al servizio degli italiani che hanno chiesto discontinuità rispetto al passato e cambiamento rispetto alle ricette stanche della sinistra giudiziaria. Siamo solo all’inizio: il bello deve ancora venire”.

Nordio: “No alla scarcerazione lineare”

Poi è stato il turno del Guardasigilli Carlo Nordio dire la sua sulla giornata storica della giustizia. Lui che era chiamato a risolvere emergenze da niente come il sovraffollamento carcerario e i suicidi in carcere. “Abbiamo portato in Consiglio dei ministri dei provvedimenti volti ad affrontare il problema del sovraffollamento carcerario. È un problema la cui soluzione costituisce per noi una priorità, ma è anche un problema che non può essere risolto con la bacchetta magica, poiché si è sedimentato nei decenni, e quindi necessita anche di provvedimenti strutturali”, ha messo subito le mani avanti.

“Non siamo per lo sfoltimento carcerario”

Poi il ministro ha spiegato “quello che non si deve fare: una liberazione anticipata, lineare e incondizionata, perché la sua motivazione, dovuta al sovraffollamento carcerario, suonerebbe come una resa e una debolezza da parte dello Stato”. Tanto che ha tenuto a sottolineare come “la parola d’ordine di questo provvedimento non ‘è sfoltimento carcerario‘, ma ‘recupero dei tossicodipendenti‘, la maggior parte dei quali sono persone da curare piuttosto che da punire”.

Per loro il governo Meloni ha deciso “una detenzione differenziata rispetto al carcere, in strutture verificate e certificate, di comunità”. Ma non per tutti: la detenzione domiciliare per il recupero di tossicodipendenti o alcoldipendenti arriverà solo per quelli “che non hanno commesso reati gravi” ha detto il ministro. Quante e dove siano queste strutture domiciliari alternative, al momento non è dato saperlo. Ma ci saranno, anche perché ha aggiunto Nordio, “al momento ci sono 61.861 detenuti, oltre il 31% è affetto da dipendenza da sostanze stupefacenti o alcoliche: se solo un terzo partecipasse a questo trattamento di detenzione differenziata, sarebbe numericamente già una riduzione molto sensibile del sovraffollamento carcerario”.

Gongola Salvini: “Più carceri, grazie a noi”

In serata è intervenuto anche il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, con una nota: “Più carceri per ospitare i delinquenti e riforma della Giustizia per offrire più garanzia ed efficienza ai cittadini. Il Consiglio dei ministri – fa sapere – ha approvato il piano di interventi per ristrutturare e ingrandire gli istituti penitenziari (con 335 milioni del mio ministero), mentre il Senato ha approvato una riforma storica che prevede anche la separazione delle carriere. Gli italiani ci hanno votato anche per questo. E noi passiamo dalle parole ai fatti”. Ha concluso.