Non ho ancora capito se l’accordo con Trump sui dazi è un buon compromesso o una rovina. Gli economisti dicono tutto e il contrario di tutto.
Mario Scalzoni
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Gentile lettore, lasci stare gli economisti, sono come i virologi al tempo della pandemia: qualunque cosa dicessero era poi smentita dai fatti. Ce n’è uno della Bocconi che giorni fa è riuscito a dire nella stessa intervista sia che l’Europa ha sbagliato ad accettare la trattativa sia che l’Europa ha fatto bene. Quanto all’accordo scozzese tra Ue e Trump, non è un accordo: è un’estorsione. Il dato di fondo è questo, checché ne dicano i giornaloni: l’America taglieggia i suoi vassalli imponendo di pagare un balzello del 15% per ogni merce esportata oltre Atlantico. Non è un dazio, è proprio un balzello come quelli che i feudatari nel Medioevo imponevano ai vassalli o che i pirati imponevano alle navi di passaggio. Se fosse un dazio, sarebbe reciproco. Invece le merci europee che entrano in Usa da oggi pagheranno il 15% del valore, quelle americane in Europa non pagheranno nulla, zero per cento. Poi ci sono pesanti tributi supplementari: l’Europa è obbligata a investire negli Usa, oltre quanto già previsto, altri 600 miliardi di dollari in 3 anni e ad acquistare gas americano per 750 miliardi l’anno. In breve, i barbari hanno saccheggiato l’Europa imbelle delle von del Leyen e delle Meloni e le hanno imposto un tributo, esattamente come il re dei galli Brenno quando espugnò Roma (390 a.C.) e poi chiese un riscatto in oro. Mentre pesavano l’oro, gettò con sprezzo la spada sulla bilancia per aggiungere peso e disse: “Vae victis”, guai ai vinti.