Gaza, Tel Aviv boicotta il piano per il cessate il fuoco già accettato da Hamas. L’Associazione allenatori italiani in campo: escludere Israele dalle competizioni sportive

Israele pretende la liberazione di tutti gli ostaggi per il cessate il fuoco. Intanto, dall'Australia alla Puglia, scatta il boicottaggio di Tel Aviv

Gaza, Tel Aviv boicotta il piano per il cessate il fuoco già accettato da Hamas. L’Associazione allenatori italiani in campo: escludere Israele dalle competizioni sportive

Il governo di Benjamin Netanyahu non ha alcuna intenzione di sottoscrivere l’accordo di cessate il fuoco di 60 giorni, proposto dai mediatori di Egitto e Qatar e già accettato da Hamas, che prevede il rilascio di dieci ostaggi israeliani ancora in vita, in cambio del blocco dell’invasione di Gaza e della scarcerazione di 150 detenuti palestinesi.

“Liberate tutti i 50 ostaggi”

Una fonte del governo di Tel Aviv ha infatti riferito ieri che Israele “chiede il rilascio di tutti i 50 ostaggi” detenuti nella Striscia di Gaza per “porre fine alla guerra”, sottolineando che la politica dell’esecutivo “è coerente e non è cambiata”. “Non lasceremo indietro nessun ostaggio”, ha aggiunto la stessa fonte.

Qatar: “L’accordo ricalca al 98% quello proposto dagli Usa e già accettato da Israele”

Un’affermazione smentita dai mediatori di Qatar e Egitto, che ieri hanno sottolineato come il piano sia “quasi identico” a quello avanzato in precedenza dall’inviato statunitense per il Medioriente, Steve Witkoff. “Quasi il 98% di quanto concordato dagli israeliani è contenuto in questa recente proposta”, ha fatto sapere il ministero degli esteri qatariota.

Netanyahu, sempre più isolato. Ora attacca l’Australia

Intanto Israele è sempre più isolato politicamente. Ieri Netanyahu si è scagliato contro il premier australiano Antony Albanese, dopo il no di Canberra all’ingresso nel Paese del parlamentare di estrema destra Simcha Rothman. “La storia ricorderà Albanese per quello che è: un politico debole che ha tradito Israele e abbandonarono gli ebrei australiani”, ha dichiarato Netanyahu.

Gli allenatori italiani vogliono Israele fuori dalle competizioni internazionali

In Italia invece si moltiplicano le iniziative per escludere Israele da tutte le competizioni sportive. Dopo la petizione presentata dal dem Marco Berruto, ieri l’Associazione italiana allenatori (Aiac) con una lettera ha inviato al presidente della Figc, Gabriele Gravina, a inoltrare la richiesta a Uefa e Fifa di sospendere temporaneamente Israele dalle competizioni internazionali. “Il massacro terroristico compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023, con oltre un migliaio di vittime innocenti israeliane più la presa di 250 ostaggi, può giustificare la feroce rappresaglia genocida di Israele, che ha fatto decine di migliaia di morti civili palestinesi, fino ad annunciarne la deportazione?”, si domanda l’Aiac.

Una presa di posizione importante anche in vista dei prossimi incontri che vedranno la Nazionale italiana, l’8 settembre e il 15 ottobre, opposta a quella israeliana. “Il Consiglio Direttivo dell’Aiac unanimemente, crede dunque che davanti alle stragi quotidiane, che hanno riguardato anche centinaia di morti tra dirigenti, tecnici e atleti, compreso la stella del calcio palestinese Suleiman al-Obeid, sia legittimo, necessario, anzi, doveroso, porre al centro del dibattito federale la richiesta, da proporre a Uefa e Fifa, dell’esclusione temporanea di Israele dalle competizioni sportive”, si legge ancora nella lettera dell’Aiac.

Stop della Puglia a tutte le relazioni con Israele

Sempre ieri la Regione Puglia, con una circolare, ha invitato “tutte le strutture, dipartimenti, agenzie, enti della Regione a interrompere le relazioni commerciali con lo Stato di Israele”. Una decisione che segue l’esclusione di Tel Aviv dalla Fiera del Levante.

Sold out il concerto di Pelù per Gaza

Infine è già sold out il concerto “S.O.S. Palestina!”, organizzato da Piero Pelù a Firenze per il 18 settembre, i cui incassi saranno devoluti per aiutare Medici senza Frontiere nelle attività di soccorso della popolazione palestinese. Alla “chiamata alle arti” di Pelù – con la locandina dell’evento curata da Zerocalcare – hanno risposto artisti come Gianni Maroccolo e i Bandidos, Afterhours, Bandabardò, Emma Nolde, I Fast Animals and Slow Kids, Ginevra Di Marco e I Tre Allegri Ragazzi Morti. A questi nomi se ne aggiungeranno altri nel corso delle prossime settimane, tutti uniti da un unico scopo: “aiutare le vittime del genocidio in atto in Palestina”, promette Pelù.