Sfratto del Leoncavallo a Milano, tra gli applausi del centrodestra e le critiche del centrosinistra il centro sociale chiude dopo 30 anni

Sfratto del Leoncavallo a Milano, tra gli applausi del centrodestra e le critiche del centrosinistra il centro sociale chiude dopo 30 anni

Sfratto del Leoncavallo a Milano, tra gli applausi del centrodestra e le critiche del centrosinistra il centro sociale chiude dopo 30 anni

È finita una stagione lunga trent’anni. Nella mattinata di oggi la polizia, insieme all’ufficiale giudiziario, ha eseguito lo sfratto del Leoncavallo, storico centro sociale milanese sorto nel 1975 e trasferitosi in via Watteau nel 1994 dopo il primo sgombero. L’operazione, cominciata alle 7.30, ha portato alla restituzione dell’immobile ai proprietari, la società “L’Orologio s.r.l.”, che da anni attendevano l’esecuzione dell’ordine giudiziario.

La vicenda era diventata simbolo di una lunga partita legale: nel 2024 la Corte d’Appello di Milano aveva condannato il Ministero dell’Interno a versare oltre 3,3 milioni di euro di risarcimento per il ritardo nell’esecuzione dello sgombero.

Le dichiarazioni del governo: “Ripristinata la legalità”

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha rivendicato l’operazione come parte della strategia del governo: “Lo sgombero del Leoncavallo segna la fine di una lunga stagione di illegalità. Per trent’anni quell’immobile è stato occupato abusivamente. Oggi finalmente viene ristabilita la legalità. Dall’inizio del nostro mandato sono già stati sgomberati quasi 4mila immobili”.

Sulla stessa linea il vicepremier Matteo Salvini, che ha parlato di “decenni di illegalità tollerata, e più volte sostenuta dalla sinistra: ora finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti: afuera!”.

Soddisfazione anche da Fratelli d’Italia con Marco Osnato, deputato milanese, che ha definito il Leoncavallo “il simbolo dell’illegalità, del degrado e della propaganda anti-sociale”, aggiungendo che con lo sgombero “in quell’area tornano l’ordine pubblico e il rispetto delle regole”.

Le critiche delle opposizioni: “Atto di propaganda”

Di segno opposto le reazioni a sinistra. Per Marco Grimaldi di Alleanza Verdi e Sinistra, lo sgombero rappresenta “l’ennesimo atto di violenza immobiliare”: “Il Leoncavallo non è un centro sociale qualunque, ma un presidio culturale, politico e umano che da cinquant’anni dà voce a chi non ne ha”.

Durissimo anche il leader di Più Europa, Riccardo Magi, che ha parlato di “pura operazione di facciata di Meloni, Piantedosi e Salvini”, accusando la destra di “propaganda securitaria”. Magi ha inoltre ricordato come Casapound a Roma resti ancora occupata: “Se davvero tenessero agli immobili sgombererebbero subito Casapound. Salvini rimane il peggiore di tutti: qualche anno fa diceva che nei centri sociali ci si va per discutere e farsi una birretta, ora parla di legalità”.