Nuova dura accusa delle Nazioni Unite nei confronti di Israele. L’Alto Commissario Onu per i diritti umani, Volker Türk, ha denunciato oggi quella che ha definito “una retorica genocida” da parte dei leader israeliani sulla Striscia di Gaza. Parole pesanti, pronunciate a Ginevra in apertura della 60ª sessione del Consiglio Onu per i diritti umani, che hanno immediatamente trovato eco sui media internazionali.
“Gaza è un cimitero – ha dichiarato Türk –. Sono inorridito dall’utilizzo aperto di una retorica genocida e dalla vergognosa disumanizzazione dei palestinesi da parte di alti funzionari israeliani”. L’Alto Commissario ha poi sottolineato come Israele sia “profondamente traumatizzato” dagli attacchi di Hamas del 7 ottobre e dalla detenzione di ostaggi, ma ha avvertito che “militarizzazione, occupazione, annessione e oppressione non faranno altro che alimentare nuova violenza, rappresaglie e terrore”.
Il capo dei diritti umani dell’Onu ha accusato la comunità internazionale di “venire meno al proprio dovere” e ha invocato azioni concrete:
- fermare il flusso di armi verso Israele che potrebbero violare le leggi di guerra;
- esercitare la massima pressione per un cessate il fuoco immediato;
- garantire il rilascio degli ostaggi e delle persone detenute arbitrariamente;
- consentire l’ingresso di aiuti umanitari sufficienti a Gaza.
“Dove sono i passi decisivi per prevenire il genocidio?”, ha chiesto Türk davanti ai delegati, esortando gli Stati membri ad agire subito “per porre fine alla carneficina”.
La denuncia arriva in un contesto già segnato da mesi di bombardamenti, migliaia di vittime e una crisi umanitaria senza precedenti nella Striscia di Gaza. Le parole di Türk riportano la questione al centro del dibattito internazionale, sollecitando un impegno più forte della diplomazia globale per fermare il conflitto.