È caduto ieri dopo meno di 9 mesi il governo francese del centrista François Bayrou. Con un esito annunciato, l’Assemblée Nationale ha votato la sfiducia al suo governo, aprendo una nuova crisi politica al buio a Parigi.
L’Assemblée Nationale, davanti alla quale Bayrou si era presentato con un discorso di politica generale, ha votato a larga maggioranza contro la fiducia: 194 voti a favore, 364 contrari.
Macron è alla ricerca di un nome sul quale possano convergere i voti di una ipotetica maggioranza
Tutti guardano ormai all’eventualità di un altro scioglimento del Parlamento dopo quello deciso da Emmanuel Macron nel giugno 2024. Nei corridoi dell’Eliseo, invece, si assicura che Macron è alla ricerca di un nome sul quale possano convergere i voti di una ipotetica maggioranza.
Macron “prende atto” della caduta del governo Bayrou e nominerà un successore “nei prossimi giorni”, si apprende dall’Eliseo.
Il presidente del gruppo macronista Renaissance, Gabriel Attal, ha proposto la conclusione di un accordo di interesse nazionale tra le forze repubblicane affinché i prossimi 18 mesi “siano mesi utili”. “Non propongo né un patto di governo, né un contratto di coalizione. Quello che propongo è un accordo, un accordo di interesse generale affinché i 18 mesi davanti a noi siano mesi utili, affinché i 18 mesi davanti a noi non siano quelli del blocco ripetuto e dell’impotenza pubblica”, ha dichiarato il leader del partito presidenziale.
Bayrou ha spiegato la gravità della situazione finanziaria
Ieri Bayrou è entrato all’Assemblée Nationale, dove ha pronunciato il suo discorso nel quale ha spiegato la gravità della situazione finanziaria del Paese e l’esigenza di una finanziaria 2026 con tagli da 44 miliardi. Chiedendo, alla fine, la fiducia a priori, per poter andare avanti e discutere articolo per articolo il suo progetto.
Bayrou ha esordito: “Ho voluto io questa prova. Sono stato io a volere questo appuntamento e alcuni di voi, la maggior parte, probabilmente i più saggi, hanno pensato che fosse irragionevole, che fosse un rischio troppo grande – ha detto – Ora, io penso esattamente il contrario. Il rischio più grande sarebbe stato di non correre rischi, di lasciar continuare le cose senza cambiare nulla”.
Tutta la sinistra e l’estrema destra hanno messo un veto assoluto
Tutta la sinistra e l’estrema destra hanno messo un veto assoluto, senza discussioni, a questa impostazione. “Votando oggi il no alla fiducia, i socialisti si assumono la responsabilità di affermare che sono pronti, con la sinistra e gli ecologisti, a governare”, ha detto il deputato PS Boris Vallaud, il primo a parlare in Assemblée Nationale dopo il discorso di Bayrou.
“Bayrou è caduto. Vittoria e sollievo popolare”, scrive il leader de La France Insoumise Jean Luc Melenchon su X. “Macron è ora in prima linea, di fronte al popolo. Anche lui deve andarsene”.
Da sinistra a destra. Per il presidente francese la dissoluzione dell’Assemblea Nazionale “non è un’opzione, ma un obbligo’’, ha detto la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen. “Questo è il momento della verità”, ha incalzato la capogruppo della Fiamma Tricolore francese, puntando il dito contro ‘’cinquant’anni di dispendiosa gestione della Francia’’.
I Républicains si sono inaspettatamente spaccati
I Républicains si sono inaspettatamente spaccati in una loro ennesima diatriba interna. Fra il capogruppo in Assemblée Nationale Laurent Wauquiez, che ha annunciato dopo il discorso di Bayrou, di “votare la fiducia senza entusiasmo” e il segretario del partito, Bruno Retailleau, che ha votato la sfiducia, i 49 deputati del partito dei Républicains hanno avuto libertà di voto.
E non c’è dubbio che la crisi a Parigi piombi in Europa alimentando timori e ripercussioni. Dalla Difesa a Kiev, da Gaza ai dazi, la fragilità francese rischia di fiaccare la road map sui principali dossier. La Francia è capofila dei volenterosi che non vedono l’ora di mandare truppe a Kiev e tra i più ferventi sostenitori della necessità di investire in spese per la Difesa.