Nuove droghe sintetiche: l’onda europea arriva in Italia

Sequestri in crescita, nitazeni in arrivo e consumi tra i giovanissimi: l’Italia non è più solo transito, ma mercato finale per le droghe.

Nuove droghe sintetiche: l’onda europea arriva in Italia

L’onda delle droghe sintetiche che attraversa l’Europa non si ferma più alle frontiere. Nel 2023 i sequestri di catinoni hanno toccato le 37 tonnellate (27 nel 2022; 4,5 nel 2021), secondo l’EU Drugs Agency. Il 3-CMC da solo rappresenta oltre il 60% delle partite intercettate, seguito da 2-MMC e N-ethylnorpentedrone. L’India resta la fonte principale, con i Paesi Bassi come hub di smistamento e la Polonia ormai consolidata come centro produttivo, con decine di laboratori clandestini smantellati in pochi mesi. La logica è industriale: poche spedizioni “bulk”, volumi elevati, rotte precise.

Parallelamente si affaccia una nuova minaccia: i nitazeni, oppioidi sintetici fino a cinquanta volte più potenti del fentanyl. L’ONU ne segnala la diffusione in 28 Paesi già nel 2023, con overdose difficili da trattare perché il naloxone tradizionale risulta spesso insufficiente. Secondo l’UNODC, sette dei dieci nuovi oppioidi segnalati nel 2023 appartenevano a questa famiglia, confermando un’espansione che segue logiche autonome rispetto all’eroina. Francia e altri Stati hanno già inserito i nitazeni tra le sostanze vietate, mentre a livello internazionale si raccomanda la predisposizione di scorte cliniche e protocolli dedicati.

I segnali italiani: acque reflue e sequestri

L’Italia non è più solo terra di transito. Le analisi delle acque reflue 2025 mostrano aumenti di MDMA e altri stimolanti a Milano, Bolzano e in numerose città, con picchi nel fine settimana che rivelano un consumo legato alla “party scene”. Lo studio europeo Score, che monitora 128 città, conferma che l’Italia segue la dinamica continentale, con MDMA e cocaina in crescita costante.

La Relazione al Parlamento 2025 del Dipartimento per le Politiche Antidroga certifica un’attenzione crescente verso MDMA, amfetamine e nuove sostanze psicoattive. Tra i 15-19enni l’uso di stimolanti è passato dal 2,1 al 2,9% e le NPS dal 5,8 al 6,4%. Nel 2023 quasi 360 mila minorenni hanno fatto uso di almeno una sostanza illegale: il 39% di chi consuma cocaina vi si è avvicinato prima dei 15 anni. Sono dati che smontano l’idea che le sintetiche restino fenomeni marginali o confinati a fasce ristrette della popolazione.

Sul fronte repressivo, la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga registra nel 2023 136,8 kg e 19.577 dosi di sintetiche sequestrate, con un incremento netto rispetto al 2022. Malpensa e i valichi lombardi risultano i principali punti di ingresso. A livello europeo, nel solo 2023 sono stati smantellati 93 laboratori di amfetamine e 36 di MDMA.

L’allarme degli esperti e le criticità italiane

Il criminologo Vincenzo Musacchio avverte che l’Italia rischia di essere sottovalutata come mercato finale: sequestri in crescita, diffusione tra i giovanissimi e un sistema di allerta nazionale che non riesce a intercettare in tempo reale le nuove molecole. Il Sistema Nazionale di Allerta Precoce (SNAP), attivo dal 2009 e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, è stato rafforzato negli ultimi anni ma resta più lento della rapidità con cui i laboratori illeciti immettono nuove varianti. Nel 2024 sono state identificate 70 sostanze emergenti, ma il processo di riconoscimento e divieto è ancora troppo macchinoso.

Le sfide sanitarie sono altrettanto evidenti. Per i nitazeni, le overdose richiedono protocolli dedicati, dosi multiple di naloxone e un monitoraggio prolungato per il rischio di risedazione. Le stesse relazioni parlamentari segnalano l’impreparazione del personale di primo soccorso, spesso privo di strumenti per fronteggiare intossicazioni acute da sostanze mai incontrate prima. A questo si aggiunge la pressione del policonsumo: MDMA e ketamina nei contesti ricreativi, cocaina e catinoni nelle piazze di spaccio urbane, con rischi di interazioni tossiche ancora poco conosciute.

Gli esperti insistono sulla necessità di una strategia intersettoriale. Sanità, forze dell’ordine e scuole devono muoversi insieme: formazione clinica mirata, protocolli aggiornati, cooperazione doganale con India e Paesi Bassi, campagne di prevenzione che parlino direttamente ai giovanissimi. «Il rischio – spiega Musacchio – è che la sottovalutazione trasformi l’Italia in un mercato stabile per le sintetiche».

L’onda europea è già arrivata. La finestra per predisporre risposte efficaci si sta restringendo e i dati raccontano che non è più possibile fingere di non vederla.