Il governo, e soprattutto Matteo Salvini, non retrocedono sul Ponte sullo Stretto. Neanche di fronte al rischio di una procedura d’infrazione europea che, secondo la Cgil, è dietro l’angolo per il mancato rispetto della direttiva Ue ‘Habitat’. Il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo, ne parla dopo l’incontro con la Commissione Ambiente dell’Ue, avvenuto a Bruxelles: un confronto che “ha di fatto smascherato l’ennesimo tentativo ambiguo e pretestuoso del governo Italiano di aggirare le normative, in questo caso europee, in materia di ambiente, annunciando la prossima apertura dei cantieri” del Ponte sullo Stretto.
Ponte sullo Stretto, l’allarme della Cgil
La relazione “nella quale il governo aveva ‘furbescamente’ inserito la fantasiosa caratterizzazione del Ponte come ‘opzione militare’ – spiega il sindacalista – non risponde ai motivi imperativi di interesse pubblico che possono giustificare una deroga alla direttiva Ue ‘Habitat’ e, comunque sia, tutta la documentazione prodotta è sottoposta a procedure di verifica da parte della Commissione”. Il cui compito sarà quello di valutare la richiesta di deroga e capire se risponda ai requisiti della normativa comunitaria sulla tutela dell’ambiente.
Insomma, per Gesmundo “non è assolutamente vero, come sostiene il governo, che la relazione con l’Ue sia stata soddisfatta”. D’altronde, ricorda l’esponente della Cgil, “furono proprio le violazioni alla direttiva ‘Habitat’ in tema di ambiente e di tutela delle biodiversità che nel 2005 portarono l’Italia a subire una procedura di infrazione da parte dell’Ue e il progetto attuale è rimasto lo stesso del 2005”.