Revoca dell’immunità: il destino di Salis è nelle mani dei Popolari

Doppiopesismo: le destre italiane che invocano lo scudo per i loro esponenti voteranno per l’esponente Avs in galera

Revoca dell’immunità: il destino di Salis è nelle mani dei Popolari

Oggi la commissione Affari Legali del Parlamento europeo dovrà esprimersi sulla revoca o meno dell’immunità per Ilaria Salis, eurodeputata eletta nelle file di Avs che venne detenuta in un carcere ungherese di massima sicurezza per quasi un anno e da dove fu scarcerata dopo l’elezione a Strasburgo. Nel caso in cui la commissione dell’Eurocamera decidesse per il sì alla revoca ad esprimersi dovrà essere il Parlamento europeo in seduta plenaria il 7 ottobre e saranno decisivi i 188 voti del Ppe.

Numeri alla mano, infatti, l’eurodeputata della Sinistra eviterà di tornare in carcere se almeno un terzo degli esponenti del partito Popolare voterà insieme al fronte progressista. In caso di perdita dell’immunità, invece, il governo guidato da Viktor Orban potrebbe emettere un mandato di cattura internazionale.

Le preoccupazioni di Salis

“Sono giorni difficili – ha raccontato Salis in un’intervista a Repubblica – ho fiducia nei miei colleghi chiamati al voto sull’immunità, ma sì, sono preoccupata. Lo scenario che potrebbe aprirsi è terrificante. Se il parlamento dovesse revocarmi l’immunità, ripartirebbe il mio processo a Budapest: un processo farsa, con una sentenza già scritta, svolto in assenza di garanzie democratiche. Un processo in cui è impossibile difendersi e nel quale rischierei fino a 24 anni di carcere, una pena spropositata rispetto ai fatti che mi vengono contestati”.

La fretta di Budapest di riportarla in carcere

Dall’altra parte, il governo ungherese ha confermato di non veder l’ora di riportarla in cella, dichiarando organizzazione terroristica il gruppo Antifa di cui, secondo Budapest, farebbe parte anche Salis. Il portavoce del governo magiaro ha già inviato a Salis le coordinate del carcere di massima sicurezza in Ungheria.

Il relatore del rapporto è l’eurodeputato spagnolo del Ppe, Adrian Vazquez Lazara, che finora non si è mostrato particolarmente indulgente nei confronti dell’eurodeputata italiana. Salis può contare sul sostegno del suo gruppo – The Left – così come di tutto l’arco anti-Orban, dai Verdi ai Socialisti.

Ago della bilancia i popolari

I popolari sono ancora da convincere. Si spera nel fatto che essendo nella stessa situazione anche il loro uomo di punta e futuro candidato contro Orban, Peter Magyar, è possibile che votino a favore di Salis per garantire che avvenga lo stesso anche per Magyar. In Italia i partiti di destra – soprattutto FdI e Lega – tifano contro Salis.

Lega e FdI contro Ilaria

“Credo che la Salis se ha fatto le sue scelte con coraggio deve rinunciare all’immunità parlamentare. Se non vi rinuncia, il Parlamento deve votare per la rinuncia all’immunità parlamentare per la Salis”, ha detto Giovanni Donzelli di FdI. Idem il vicesegretario della Lega ed europarlamentare Roberto Vannacci. Mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani è convinto che l’eurodeputata di Avs non sia una terrorista: “Non devo fare commenti sulle scelte di altri Stati ma non mi risulta che sia una terrorista”.

Centrosinistra con Salis e contro doppiopesismo delle destre

Il centrosinistra è schierato con Salis. Primo per una questione di principio, perché a volerla in carcere è l’Ungheria da tempo sotto processo in Europa per le sue lacune sullo stato di diritto. “Abbiamo visto e documentato in più casi come lo Stato di diritto in Ungheria si sia progressivamente deteriorato – dice Pina Picierno (Pd), vice presidente del Parlamento europeo – Opporsi alla revoca dell’immunità di Ilaria Salis non significa soltanto tutelare una collega eurodeputata, nel pieno del suo mandato democratico. Significa difendere l’autonomia delle istituzioni europee dalla morsa illiberale e ribadire che i principi di un giusto processo, di pene proporzionate e di una giustizia indipendente dal potere politico sono pilastri irrinunciabili dell’Unione”.

Secondo: per il doppio standard utilizzato dai partiti di destra. “Dopo le parole di Giovanni Donzelli che invitano Ilaria Salis a rinunciare all’immunità parlamentare per affrontare i procedimenti giudiziari a suo carico, Donzelli voterà contro l’immunità che cercano Nordio, Piantedosi e Mantovano? Perché se non è così, saremmo in presenza del classico doppiopesismo ipocrita della destra, feroce contro i nemici e servile verso gli amici”, ha detto la capogruppo democratica nella giunta per le autorizzazioni Antonella Forattini.