Salis vince il primo round. Confermata l’immunità con un solo voto di scarto

L’ira di Budapest: protetta una terrorista. Fratelli d'Italia e Lega scatenati contro l’europaralmentare Avs

Salis vince il primo round. Confermata l’immunità con un solo voto di scarto

È stato sufficiente un solo voto di scarto, 13 a 12, per salvare l’immunità di Ilaria Salis nel passaggio cruciale della commissione Affari Legali dell’Eurocamera ieri mattina a Bruxelles. Ora la parola definitiva passa alla Plenaria che si riunirà e voterà ai primi di ottobre.

I franchi tiratori nel Ppe che hanno salvato Salis

Nonostante non vi siano tabulati disponibili, in quanto il voto si è tenuto a porte chiuse, fonti parlamentari confermano che a difesa dell’eurodeputata di Avs si siano schierati quasi certamente gli 11 eurodeputati dei gruppi della Sinistra Ue, dei Verdi, dei Socialisti e dei Liberali. Tra questi figuravano anche gli italiani Mario Furore (M5S) e i dem Brando Benifei e Alessandro Zan, membri sostituti che però hanno chiesto ai loro colleghi socialisti di poter prendere parte al voto per dare manforte all’eurodeputata italiana.

Mistero invece su chi siano le due “manine” che all’ultimo hanno ribaltato il risultato del voto. Tra le ipotesi in campo c’è quella di due defezioni tra i Popolari, che contano 7 eurodeputati in commissione.

Il caso Magyar determinante

Pare che sia stato determinante a stanare i franchi tiratori del Ppe il fatto che ieri si votasse contemporaneamente anche per salvare l’immunità – cosa che è stata fatta – dell’eurodeputato popolare ungherese Péter Magyar, ex esponente del governo, oggi leader dell’opposizione e avanti nei sondaggi rispetto a Viktor Orbán per il voto atteso ad aprile. I voti sulle due immunità potrebbero essere finiti appaiati in una sorta di un unico pacchetto: salvare Salis per salvare anche Magyar. I due salvataggi, fatto sta, hanno scatenato l’ira di Budapest.

L’ira di Budapest

“Vergogna e disonore. Non è mai successo niente di simile dal cambio di regime del 1989. Oggi a Bruxelles è diventato chiaro che il leader dell’opposizione è l’uomo di Bruxelles. E vuole essere il loro governatore qui in patria. È adatto solo a questo. Ma non lo permetteremo! Non ci sarà mai un posto del genere”, ha commentato il premier ungherese Orbán.

Idem su Salis. “Nessuna sorpresa. La commissione Affari Legali dell’Eurocamera ha scelto di proteggere dalla giustizia l’attivista Antifa Ilaria Salis, che nel 2023 ha aggredito persone innocenti per le strade di Budapest. Il messaggio è chiaro: con un background ideologico estremista, si può farla franca. Una vergogna per l’Europa”, ha commentato il ministro degli Esteri magiaro Péter Szijjártó.

Il commento di Salis

“Ho piena fiducia che il Parlamento confermerà questa scelta nella plenaria di ottobre, affermando la centralità dello stato di diritto e delle garanzie democratiche”, il commento a caldo di Salis. “Difendere la mia immunità non significa sottrarmi alla giustizia, ma proteggermi dalla persecuzione politica del regime di Orbán. È per questo che la sua tutela è essenziale. Le autorità italiane restano libere di aprire un procedimento a mio carico, come io stessa auspico e chiedo con forza”, ha spiegato l’eurodeputata di Avs.

La furia di Lega e FdI contro Ilaria

Compatto il fronte dei 12 eurodeputati che si sono espressi per la revoca dell’immunità tra cui figurano, con ogni probabilità, il relatore del testo sulla revoca, il popolare spagnolo Adrián Vázquez Lázara, che uscendo dall’aula ha definito il voto “un brutto e pericoloso precedente”.

Disturbati dal risultato anche i due eurodeputati italiani Mario Mantovani, di FdI, che ha parlato di un voto che “legittima la violenza”, e Raffaele Stancanelli della Lega, che accusa i Popolari di tradimento.

“Chi sbaglia, non paga”, ha commentato il leader della Lega Matteo Salvini che ha allegato anche una foto della Salis con la scritta “Vergogna, vergogna, vergogna. Poltrona salva, dignità persa”.

“La decisione di respingere la revoca dell’immunità per Ilaria Salis rappresenta un grave e preoccupante strappo allo Stato di diritto”, ha dichiarato l’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini.